Caso Morisi, Salvini e la citofonata: «Lei spaccia?». Il leghista: «Non sono pentito: lì hanno arrestato spacciatori» – Il video

A un anno e mezzo dalla citofonata di Bologna e dopo l’esplosione del caso sull’ex social media manager leghista, il leader del Carroccio non ha nessuna intenzione di rimangiarsi quel gesto

Non basta il caso Morisi a far cambiare linea a Matteo Salvini in tema di stupefacenti. Da quando è emersa la notizia dell’indagine di Verona a carico dell’ex social media manager leghista sulla presunta cessione di droga, sui social è partito un fiume in piena di meme e attacchi che hanno tirato di nuovo in ballo quella citofonata di Salvini a Bologna. Un gesto di cui il leader del Carroccio non ha nessuna intenzione di pentirsi. Era l’inizio del 2020, Salvini con un nutrito stuolo di giornalisti e supporter si trovava al quartiere Pilastro di Bologna per le campagna elettorale delle Regionali in Emilia-Romagna. Su suggerimento di alcuni residenti del quartiere e un carabiniere, Salvini si fece seguire dalle telecamere per citofonare a casa di un presunto spacciatore. Rispose la madre, alla quale chiese: «Scusi, lei spaccia?». Le polemiche ferocissime che scoppiarono all’epoca di certo non aiutarono la candidata leghista Lucia Borgonzoni, che in quell’occasione uscì sconfitta contro l’avversario Stefano Bonaccini. Né da allora si sono mai interrotti gli strascichi, anzi con quest’ultimo scandalo che sta travolgendo la Lega gli attacchi sono tornati durissimi. Ancora oggi, Salvini rivendica la bontà di quel gesto, che alla lunga dice gli avrebbe anche dato ragione: «perché hanno arrestato degli spacciatori. Lì c’erano degli spacciatori che sono stati arrestati. Non andiamo a caso. Diciamo che sono stato ministro dell’Interno e qualche contatto con le forze dell’ordine ce l’ho».


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