Monitoraggio Iss, scendono contagi e ricoveri. Brusaferro: «Incidenza tra le più basse in Europa, ma milioni di persone ancora senza vaccino» – Il video

Secondo la bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità sui dati Covid in Italia, scendono a 3 le regioni a rischio moderato: Marche, Molise e Valle d’Aosta

Diminuisce ancora l’incidenza settimanale dei casi Covid in tutta Italia: la media registrata è di 29 contagiati per ogni 100 mila persone. Un dato che arriva dalla bozza di monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità per il periodo che va dal 4 ottobre al 10 ottobre. Nell’analisi precedente, relativa alla settimana 27 settembre-3 ottobre, si contavano 34 casi positivi ogni 100 mila abitanti. Secondo la bozza del documento che verrà ufficializzata come di consueto nel pomeriggio, durante la conferenza stampa dal Ministero della Salute, il numero in aumento è invece quello dell’indice Rt. Dal 22 settembre al 5 ottobre, l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari allo 0,85, «al di sotto della soglia epidemica ma in leggero aumento rispetto alla settimana precedente quando segnava lo 0,83», spiega la bozza. Sul fronte dei nuovi contagi, la bozza registra un calo da 5.903 a 4.551, sottolineando come il calo riguardi «casi non associati a catene di trasmissione». Nel tracciamento dei contagi, l’Iss conferma come la variante Delta sia ancora la dominante in Italia, raccomandando per questo «una più elevata copertura vaccinale».


Tre regioni a rischio moderato

Secondo quanto emerge dal documento provvisorio dell’Iss, scendono da 4 a 3 le regioni d’Italia classificate nel rischio moderato: Marche, Molise e Valle d’Aosta. Le restanti 18 regioni e Province autonome rientrano tutte invece nel rischio basso. Due sono le regioni in cui si registra un’allerta negli ospedali: nella Provincia autonoma di Bolzano e in Sardegna il monitoraggio rileva una particolare situazione di difficoltà nel sostenere i ricoveri per Covid.


Scende ancora la pressione sanitaria

Nonostante le due regioni in allerta, la condizione delle strutture sanitarie a livello nazionale è piuttosto rassicurante. Anche questa settimana si registra una diminuzione del tasso di occupazione in terapia intensiva: è pari al 4,1%, in calo rispetto al 4,8% della scorsa settimana, con un lieve decremento anche delle persone ricoverate. Da 433 del 5 ottobre a 370 del 12 ottobre. Sul fronte delle aree mediche la situazione è analoga. Il tasso di occupazione nei reparti non critici è al 4,6% (la scorsa settimana era al 5,1%). In calo anche il numero degli ospedalizzati: 2.665 nell’ultima settimana contro i 2.968 di quella precedente.

Brusaferro: «L’Italia ha una circolazione del virus tra le più contenute in Europa»

C’è ottimismo nelle parole del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, intervenuto alla conferenza stampa settimanale sull’andamento della pandemia: «C’è in Italia un progressivo, lento miglioramento. Ciò caratterizza anche altri Stati europei, anche se in alcuni la circolazione del virus è forte, ma l’Italia ha una circolazione del virus tra le più contenute in Europa e siamo in una fase di decrescita dei casi, in tutte le fasce di età». Leggendo le evidenze del monitoraggio Iss, Brusaferro ha fatto notare che l’età mediana di chi si infetta, oggi, è di 40 anni. L’età mediana di chi è ricoverato in terapia intensiva è di 66 anni, 63 per i ricoveri in area medica e 81 anni per le morti. Riguardo alla campagna vaccinale, il presidente dell’Iss ha spiegato: «Sono ancora in crescita le persone tra 20 e 29 anni che si vaccinano, ma rimangono fasce sopra i 50 anni che stanno migliorando la copertura – purtroppo, però -, ancora milioni di persone non hanno iniziato o completato il ciclo vaccinale. Ma il completamento del ciclo è estremamente protettivo rispetto al rischio di decesso e ospedalizzazione». Brusaferro ha confermato, infine, «la netta prevalenza della variante delta per oltre il 90% dei casi sequenziati».

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