Ballottaggi, dietrofront del Viminale: nei seggi nessun obbligo del Green pass per presidenti e scrutatori. Chi deve averlo

La Direzione centrale per i servizi elettorali evita così il rischio di defezioni tra i componenti dei seggi

Diramata ieri, 15 ottobre, una circolare del ministero dell’Interno che garantisce «la continuità delle funzioni svolte» da scrutatori e presidenti di seggio in vista dei ballottaggi. Nonostante l’introduzione dell’obbligo di Green pass sul luogo di lavoro, per chi ricoprirà queste due funzioni domenica 17 e lunedì 18 ottobre non sarà necessario avere la certificazione verde Covid-19. Anche i rappresentanti di lista non sono tenuti a esibire il documento che attesta il completamento del ciclo vaccinale, la guarigione dal Coronavirus o la negatività a un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti (72 ore se di tipo molecolare). Prima delle circolare, l’indicazione prevista per il secondo turno prevedeva che l’obbligo scattasse per tutti i lavoratori coinvolti nelle operazioni per le elezioni comunali al secondo turno, visto che i ballottaggi si sarebbero svolti dopo l’introduzione dell’obbligo per tutti i lavoratori. Obbligo che alla fine è rimasto per poche categorie di personale coinvolto nei seggi. Per esempio quello che dovrà lavorare nelle sezioni elettorali all’interno di Residenza sanitarie assistite o ospedali che hanno un reparto Covid. L’obbligo riguarda anche i dipendenti pubblici che saranno al lavoro nei giorni di voto e durante le operazioni di spoglio: quindi sia i dipendenti comunali che il personale delle forze dell’ordine dovrà essere in possesso del Green pass.


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