Aveva urlato «negro» a Mike Maignan durante Juve-Milan: il sindacalista di Rovigo lavorerà in un’associazione per migranti

Il suo sogno, ora, è poter portare la sua esperienza nelle scuole, per spiegare «che nulla può giustificare frasi razziste»

Dagli insulti razzisti urlati a squarciagola dagli spalti dello stadio, all’attività in un centro per migranti. È la parabola di un operaio di Rovigo che il 19 settembre scorso aveva inveito nel corso di una partita all’Allianz Stadium di Torino contro il portiere del Milan, Mike Maignan, urlando insulti razzisti e bestemmie. «Sei una scimmia», diceva ridendo e dando di gomito a un amico, ripetendo la parola «negro». Non aveva resistito, e aveva ripreso tutto col cellulare: quindi aveva inoltrato il video ad alcune chat su Whatsapp. Individuato dagli investigatori della Digos, l’uomo è finito davanti a un giudice con l’accusa di istigazione all’odio razziale. Ora, per espiare le sue colpe, ha chiesto di essere messo alla prova, lavorando per un’associazione – “La casa di Abraham”, a Rovigo – che si occupa di immigrazione. «Il razzismo non deve annidarsi in nessuno sport. E non può mai essere giustificato. Essere tifosi è un’altra cosa», ha detto a La Stampa.


Dopo aver ricevuto il Daspo per tre anni ed essere stato espulso dallo Juventus Club “Gaetano Scirea” di Castagnaro, in provincia di Verona, di cui era socio, ha scritto diverse lettere di scuse. Una diretta al responsabile dell’azienda in cui lavora e un’altra al portiere bianconero Maignan. «Quella sera avevo bevuto troppo – ha spiegato – Volevo fare una goliardata e invece ho tenuto un atteggiamento grave e indifendibile. Sono pronto ad assumermi le conseguenze», ha scritto. Il suo sogno, ora, è poter portare la sua esperienza nelle scuole, per spiegare «che essere tifosi è altro dagli insulti all’avversario. E che nulla può giustificare frasi razziste».


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