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Coronavirus, l’allarme di Crisanti: «I dati sono sballati, ci sono fino a 40 mila contagi al giorno in Italia»

17 Novembre 2021 - 23:14 Redazione
Secondo il professore, l'aumento dei contagi non sarebbe dovuto ai No vax ma al fatto che il tracciamento sia saltato da tempo e che i richiami dei vaccini vadano a rilento

I dati di oggi 17 novembre, con oltre 10 mila contagi in 24 ore, fotografano una situazione epidemiologica in peggioramento. E lo sa bene Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova, che spiega come il numero dei contagi da Covid in Italia sia «drammaticamente sottostimato». «Le infezioni sono in realtà molte più di quelle che vengono comunicate nei bollettini», dice a Fanpage.it, «il rapporto tra decessi e infezioni in Italia è completamente sballato e, tenendo conto delle statistiche degli altri Paesi, a fronte di 72 morti dovremmo avere circa 40mila casi; invece ne troviamo “solo” 10 mila». Il governo, secondo Crisanti, avrebbe indebolito il sistema di tracciamento e starebbe procedendo troppo a rilento nella somministrazione delle terze dosi. «Ho una pessima opinione dei No vax ma, se siamo nel pieno della quarta ondata, la colpa non è loro, che sono quattro gatti», dice.

Cosa non sta funzionando

Il sistema di tracciamento, secondo Crisanti, «è saltato da mesi»: «Facciamo tamponi alle persone sbagliate, si testano ogni giorno centinaia di migliaia di individui sani, che si “tamponano” solo per andare a lavorare o a una festa. Ci siamo affidati esclusivamente al vaccino ma abbiamo trascurato il tracciamento sul territorio. Molte persone interpretano il test solo come lasciapassare per ottenere il Green pass ma, se in una casa c’è un positivo, non è detto che vengano tamponati gli altri membri della famiglia». Secondo Crisanti, le «decine di migliaia di infezioni non sono dovute ai No vax ma al fatto che non abbiamo avviato la campagna di richiami in anticipo» trascurando, invece, il trazcciamento. Imporre oggi dei lockdown per soli non vaccinati, invece, non avrebbe senso. Il motivo? «C’è una percentuale di persone che non si vaccinerà mai per ragioni ideologiche o per fobie personali. Insistere su di loro non è particolarmente utile».

Green pass con il tampone antigenico

Bisogna intervenire presto, e prima che sia troppo tardi, su chi sta «perdendo la protezione dal vaccino»: «E parliamo di circa otto milioni di persone ogni mese. Bisogna che a queste vengano somministrate quanto prima le terze dosi». «E bisogna eliminare – continua Crisanti a Fanpage – un’altra stupidaggine, quella che si possa ottenere il Green pass con tampone antigenico, che ha una bassissima sensibilità». Dunque, il professore si dice d’accordo con il negare la possibilità di ottenere la certificazione verde anti-Covid con un semplice tampone antigenico ma resta contrario a imporre restrizioni pesanti, come il lockdown per i non vaccinati. L’unica proposta «sensata» per Crisanti resta quella di obbligare le persone non vaccinate a «indossare sempre una mascherina Ffp2 che protegge dal contagio al 98 per cento. Così non si ledono le libertà di nessuno, non si fanno provvedimenti demagogici e si protegge maggiormente la popolazione».

Terza dose

Ma la terza sarà davvero l’ultima dose? O ce ne saranno delle altre? Difficile ora fare previsioni anche se Crisanti sembra avere le idee chiare: «La terza dose di vaccino contro il Covid va considerata parte di un ciclo, un po’ come avviene ad esempio con la differite. Non c’è niente di strano o di straordinario». La buona notizia, comunque, arriva da Israele che, di fatto, con la terza dose ha evitato il peggio «ripristinando la protezione da contagio, ospedalizzazione e morte». Nel frattempo, però, conclude Crisanti, «la ricerca non si ferma»: «Ci sono tantissimi vaccini in via di sviluppo, come è naturale che sia. Presto potremmo avere vaccini di seconda e terza generazione che conferiranno una protezione più duratura».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/FILIPPO VENEZIA

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