Regeni, la relazione finale della commissione d’inchiesta: «Apparati egiziani responsabili di torture e omicidio»

Il testo sarà approvato oggi: «I responsabili dell’assassinio probabilmente sono anche all’interno delle istituzioni»

La Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni punta il dito contro gli apparati egiziani. Lo fa nella sua relazione finale che sarà approvata oggi, 1° dicembre: «La responsabilità del sequestro, della tortura e dell’uccisione di Giulio Regeni grava direttamente sugli apparati di sicurezza della Repubblica araba d’Egitto, e in particolare su ufficiali della National Security Agency (NSA), come minuziosamente ricostruito dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Roma». L’inchiesta giudiziaria sul caso Regeni rischia di entrare in una fase di stallo, dopo che il procedimento a carico dei quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore nel febbraio del 2016 è stato sospeso.


«I responsabili dell’assassinio di Giulio Regeni sono al Cairo, all’interno degli apparati di sicurezza e probabilmente anche all’interno delle istituzioni. La via della verità e della giustizia può trovare un correlativo oggettivo solo in presenza di un’autentica collaborazione da parte egiziana. Se nei primi due anni, alcuni risultati sono stati faticosamente e parzialmente raggiunti, anche in virtù dell’intransigenza mantenuta dall’Italia, negli anni successivi non sono venute dal Cairo altro che parole a livello politico, mentre la magistratura si è chiusa a riccio in un arroccamento non solo ostruzionistico, ma apertamente ostile e lesivo sia del lavoro svolto dagli inquirenti italiani che dell’immagine del giovane ricercatore, verso cui lo stesso presidente Al-Sisi aveva usato un tono ben diverso»


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