Dopo la giornalista molestata, arrivano gli insulti a un’inviata Rai. E allo stadio di Firenze lo striscione contro i giornalisti

«Prima razzisti, poi sessisti… ma mai giornalisti». Così recitava lo striscione esposto in curva viola durante il match Empoli-Fiorentina di ieri sera, 30 novembre

«Giornalisti infami». Queste le parole pronunciate contro una inviata della Vita in diretta, nel corso di un collegamento da Chiaravalle, in provincia di Ancona. L’insulto rivolto alla giornalista del programma di Rai 1 Ilenia Petracalvina e, indirettamente, a tutta la categoria è stato registrato pochi giorni dopo il caso di Greta Baccaglia, l’inviata di Toscana tv che ha subìto una molestia sessuale in diretta, nel corso del suo collegamento fuori dallo stadio alla fine del match Empoli-Fiorentina. Altro attacco alla categoria dei giornalisti è stato registrato ieri sera, 30 novembre, durante il match tra Fiorentina e Sampdoria, quando allo stadio Franchi di Firenze nella curva della Fiorentina è stato esposto un grande striscione con scritto: «Prima razzisti, poi sessisti… ma mai giornalisti». Il chiaro riferimento è ai fatti di sabato 27 novembre, dopo i quali nei confronti del tifoso Andrea Serrani – residente proprio a Chiaravalle, dove si è registrata oggi l’aggressione verbale – è stato emesso il divieto di accedere alle manifestazioni sportive per tre anni.


Intanto l’ordine dei giornalisti delle Marche condanna l’episodio di oggi. «Ancora segni di inciviltà con insulti questa volta diretti a tutta la categoria dei giornalisti, solo perché si cerca di capire e far capire raccontando i fatti accaduti – si legge in una nota dell’ordine -. Quando i servizi sono scomodi si alza la barriera contro l’informazione, considerando infami i giornalisti. In altre occasioni invece li si lusingano». Secondo l’Odg Marche, «molti vorrebbero vedere i giornalisti come cani da salotto, invece dovranno abituarsi a considerarli sempre più cani da guardia e interpreti dei diritti costituzionali, bilanciando quelli individuali con quelli collettivi, senza spettacolarizzare né strumentalizzare i fatti».


Foto in evidenza: Twitter @EnricoNappi

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