I numeri in chiaro della settimana. Sebastiani: «Il virus cresce ma è controllato. Preoccupa la Calabria» – Il video

Il modello di crescita dell’epidemia questa volta è di tipo lineare, non esponenziale come in altre fasi. Una differenza che permette di allontanare il rischio di nuovi lockdown

L’epidemia è tornata a diffondersi in Italia come un’onda, esattamente come se fosse febbraio del 2020. Con una differenza: se allora il punto da cui partiva il Coronavirus era la provincia di Bergamo, questa volta il punto di origine è stata la provincia di Trieste. È questa la tesi che Giovanni Sebastiani, matematico del Cnr, ha spiegato a Open nella rubrica Numeri in chiaro: «Siamo in una fase di espansione epidemica. La diffusione non è avvenuta in modo omogeneo. Abbiamo un polo che è il Friuli Venezia Giulia e in particolare la provincia di Trieste a causa principalmente dei flussi in entrata attraverso il confine con la Slovenia, ma anche degli assembramenti di massa. Da lì l’onda epidemica si sta espandendo». C’è però una nota positiva in questa analisi: l’espansione del virus si sta muovendo in modo molto più controllato. La differenza, dal punto di vista matematico, è proprio nel modello di crescita: «Il modello che stiamo vedendo è di tipo lineare, non esponenziale. L’epidemia cresce ma non in modo incontrollato come abbiamo visto in altri periodi dove i numeri erano in grado di raddoppiare di settimana in settimana».


Secondo i dati del bollettino diffuso dalla Protezione civile, il numero di posti occupati nei reparti di terapia intensiva in tutta Italia è arrivato a 708, comunque sotto lo soglia di allarme. Nonostante questo però guardando il numero dei ricoveri, è già possibile capire quali regioni sono vicine alla zona gialla: « Oltre a quelle che dovranno già affrontare queste restrizioni per aver superato la soglia dei reparti ordinari e quella delle terapie intensive, ce ne sono altre che si stanno avvicinando: basta guardare i ricoveri in terapia intensiva. Il Veneto è al 12 per cento dei posti occupati da pazienti Covid, Liguria, Calabria, Lazio e Marche sono al 10 per cento. La Calabria e la Lombardia sono al 14 per cento nei reparti ordinari. Inoltre bisogna tenere conto di un altro fattore: i cambiamenti molto rapidi. Proprio in Calabria i valori nei reparti ordinari si sono impennati negli ultimi giorni. Nel Lazio, all’11 percento nei reparti ordinari, negli ultimi giorni la crescita e’ invece in frenata. 
. Questo tipo di diffusione più veloce è dovuto probabilmente a una maggiore contagiosità della variante Delta».


OPEN | L’andamento dei pazienti Covid ricoverati in Calabria

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