Iss, Brusaferro: «La fascia d’età più colpita è quella tra i 20 e 30 anni. Aumentano i casi tra i bambini» – Il video

Il presidente dell’Iss: « 3,5 milioni di italiani tra i 30 e 50 anni non sono vaccinati. Il 99% dei nuovi casi registrati sono riconducibili alla variante Delta, mentre i casi di variante Omicron sono 7»

«Anche l’Italia ha un curva dei contagi di Coronavirus in crescita, sia pure in maniera più contenuta rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea. L’incremento dei casi è soprattutto concentrato nel Nord Est del Paese, mentre le fasce di età più colpite sono quelle sotto i 20 anni e tra i 20 e 30 anni». Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, illustrando i dati dell’ultima settimana relativi alla situazione epidemiologica in Italia. «Osserviamo inoltre una continua crescita dei casi sintomatici e delle ospedalizzazioni: di settimana in settimana cresce dell’1% e questa settimana siamo passati al 9%, mentre le terapie intensive crescono anche loro dell’1% di settimana in settimana». Il professor Brusaferro ha confermato che il 99% dei nuovi casi sono riconducibili alla variante Delta, che resta prevalente in Italia, mentre i casi riconducibili alla variante Omicron individuati sono 7, al momento». Crescono anche i casi di Covid tra i bambini: nella fascia 0-9 anni l’incidenza è pari a 180 per 100mila abitanti rispetto a 130 per 100mila abitanti della scorsa settimana, mentre nella fascia 10-19 anni l’incidenza è pari a 160 casi ogni 100mila abitanti contro i 125 casi ogni 100mila abitanti della settimana precedente.


Quanto allo stato delle vaccinazioni, secondo quanto rilevato dall’Iss «3,5 milioni di italiani tra i 30 e 50 anni non sono vaccinati». Alla luce di ciò «è dunque necessario garantire una maggiore copertura vaccinale in tutte le fasce d’età, e completare il ciclo vaccinale con terza dose booster. Le altre misure da adottare sono l’evitare assembramenti, l’uso della mascherina, l’igienizzzione delle mani e, nei locali chiusi, mantenendo una buona circolazione dell’aria». Il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute, ha osservato che «c’è un aumento graduale nel numero dei casi e lo si vede anche dai dati giornalieri del bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione Civile. Questo aumento si registra in maniera maggiore tra gli under 20 e nella fascia d’età tra i 30 e 49 anni, in particolare tra i non vaccinati». «L’obiettivo generale – prosegue il professor Rezza – è quello di contenere gli effetti peggiori del virus e quindi che le persone si ammalino in maniera grave e sovraffollate gli ospedali».


I dati sull’incidenza

L’indice di contagio Rt in Italia è a 1,20 contro l’1,23 della scorsa settimana. Cresce l’incidenza a 155 casi ogni centomila abitanti contro i 125 di sette giorni fa. Questi i dati del monitoraggio della cabina di regia diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità. «L’incidenza settimanale a livello nazionale – si legge nella bozza del report – continua ad aumentare: 155 per 100 mila abitanti (26/11/2021-02/12/2021) vs 125 per 100 mila abitanti (19/11/2021-25/11/2021), dati flusso Ministero Salute. Nel periodo 10 novembre – 23 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,20 (range 1,121,28), al di sopra della soglia epidemica. È in diminuzione, ma ancora sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,09 (1,051,12) al 23/11/2021 vs Rt = 1,15 (1,11-1,19) al 16/11/2021)».

I dati sui ricoveri ospedalieri

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,3%, in salita rispetto al 6,2% della scorsa settimana. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 9,1% contro l’8,1% della scorsa settimana. Nell’ultima settimana una regione risulta classificata a rischio basso, 20 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, due regioni sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 20 aprile 2020. Tredici regioni riportano un’allerta di resilienza, mentre nessuna riporta molteplici allerte di resilienza. Le regioni e province autonome con incidenza più alta vedono questa settimana al primo posto Bolzano con 645,7 contagi per 100 mila abitanti. Poi ci sono Friuli Venezia Giulia con 336,3 casi, Veneto con 317,1 e Valle d’Aosta con 309,1 rispetto ad una media nazionale a 155. Lombardia, Marche, Veneto e Lazio rischiano di cambiare colore dal 13 dicembre.

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