Rider da assumere come dipendenti: la svolta dell’Ue su 1,5 milioni di lavoratori delle piattaforme digitali

Mercoledì la Commissione Europea varerà il pacchetto lavoro. La direttiva che potrebbe cambiare per sempre il destino dei lavoratori della Gig Economy

I rider sono lavoratori dipendenti subordinati delle piattaforme digitali. E quindi devono essere assunti con contratti adatti. Mercoledì la Commissione Europea varerà il pacchetto lavoro. E la direttiva rischia di cambiare per sempre il destino dei lavoratori della Gig Economy in Italia e nel Vecchio Continente. Parliamo di 1,5 milioni di persone che oggi lavorano per aziende come Glovo, JustEat, Deliveroo, UberEats. JustEat già applica il contratto della logistica ai suoi rider. Gli altri attualmente utilizzano il contratto siglato da Assodelivery con l’Ugl (bocciato a Bologna). Che lega il salario minimo garantito alle consegne. Ma con il pacchetto lavoro del commissario Nicholas Schmit tutto può cambiare.


La direttiva sul lavoro dei rider

Spiega oggi la Repubblica che la direttiva sarà poi votata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. E così diventerà una vera e propria legge a cui gli stati dovranno adeguarsi. Il quotidiano spiega che il rider sarà considerato dipendente in base ad alcune caratteristiche. Per esempio se non corre il rischio d’impresa o se non decide i prezzi dei prodotti. Tutto sarà poi semplificato dall’inversione dell’onere della prova. Sarà il datore di lavoro a dover confermare che si tratta di lavoro autonomo. L’assunzione comporterà una serie di tutele come la previdenza. Mentre la direttiva non prevede l’obbligo di un contratto a tempo indeterminato. I limiti temporali saranno lasciati da decidere alle norme nazionali. In Italia il tempo determinato non può superare i tre anni.


Ci sarà anche un aspetto dedicato all’uso degli algoritmi per valutare o programmare il servizio. Che oggi servono a giudicare il lavoratore. E che dovranno essere resi pubblici dalle piattaforme che li utilizzano. Con una comunicazione formale che renderà il rider consapevole di come viene valutato. Sono questi algoritmi a dimostrare che quella dei rider non è un’attività autonoma. Il riconoscimento del lavoro dei rider è già avvenuto in tribunale in paesi come Francia, Germania e Spagna. In Italia il tribunale di Palermo, mentre la Cassazione ha stabilito che con il Jobs Act vanno applicate le forme di tutela tipiche della subordinazione. Qualche giorno fa il tribunale di Firenze ha condannato Deliveroo per condotta antisindacale.

Un milione e mezzo senza tutele

Ad ottobre il tribunale di Milano ha invece condannato per caporalato nei confronti di Uber. Deliveroo invece è stata multata per aver violato i dati dei rider. In tre anni i rider sono più che raddoppiati: nel 2018 erano 695 mila, oggi sono un milione e mezzo. I lavoratori della Gig economy sono in maggioranza uomini, con un’età che varia dai 30 ai 49 anni, un titolo di studio che di solito è un diploma di liceo o di un istituto professionale. In media lavorano circa quattro ore al giorno e la maggior parte di lavoro lo utilizza come secondo impiego.

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