Come funziona AmazonSmile, il programma di Amazon che ha permesso di finanziare anche i gruppi No vax

Secondo i giornalisti Jay Greene e Jeremmy B. Merril solo nel 2020 l’azienda di Jeff Bezos avrebbe permesso di finanziare con 42 mila dollari alcune associazioni che si battono contro i vaccini

Un documento lungo più di 1.700 pagine. Tutte scritte in minuscolo, tutte impossibili da analizzare con strumenti di ricerca informatica. In questo faldone c’erano i nomi di oltre 300 mila organizzazioni non profit, organizzazioni che solo nel 2020 hanno ricevuto in totale oltre 60 milioni di dollari da Amazon. Dal 2013 è attivo il progetto AmazonSmile, un’opzione che permette a tutti gli utenti di destinare lo 0,5 per cento delle loro spese sulla piattaforma a un’associazione di beneficenza. In Italia non è ancora presente. La procedura è la stessa del nostro 5 per mille: si accetta di partecipare al programma e poi si sceglie un’associazione all’interno di una lista a cui destinare il progetto. La lista è molto vasta e i giornalisti del Washington Post, giornale posseduto proprio da Jeff Bezos, hanno scoperto che in questo elenco sono presenti anche associazioni che si battono contro i vaccini.


Secondo l’inchiesta di Jay Greene e Jeremy B. Merril, nel 2020 grazie al progetto AmazonSmile sono entrati nelle casse dei No vax 42 mila dollari. Poco rispetto al totale delle donazioni ma abbastanza per diffondere fake news sui vaccini. A confermarlo è anche Imran Ahmed, presidente del Center for Countering Digital Hate: «Questi gruppi sono in grado di fare molti danni con pochissimi soldi». Di solito l’investimento principale di questi soggetti è la diffusione di fake news attraverso campagne sui social, almeno fino a quando non vengono bloccati. Come abbiamo documentato anche su Open, Amazon già prima del Covid permetteva la vendita attraverso la sua piattaforma di libri No vax. In Italia nel marzo 2019 si potevano trovare titoli come I vaccini sono un’illusione o ancora Vaccini: dominio assoluto.


La risposta di Amazon: «Rispettiamo i punti di vista»

Uno dei gruppi a cui possono essere destinati questi fondi è l’Informed Consent Action Network (Ican). Il sito dell’Ican si apre con una serie di messaggi in caps lock che chiariscono subito le sue posizioni: L’UNICEF STA UCCIDENDO MILIONI DI BAMBINI o ancora L’IMMUNITÀ NATURALE VINCE SU QUELLA VACCINALE. Rispondendo alle domande del Washington Post, la portavoce di Amazon Stacey Keller ha spiegato però che al momento l’azienda non ha intenzione di rimuovere nessuno di questi gruppi dalla lista di chi può ricevere le donazioni: «Rispettiamo il fatto che i nostri clienti abbiano un’ampia varietà di punti di vista su questo argomento. Per questo motivo gli enti di beneficenza in questione continuano a essere inclusi nell’elenco delle organizzazioni del programma AmazonSmile».

Foto di copertina: L’home page di Informed Consent Action Network (Ican)

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