Gelo governo-sindacati sulla Manovra, Draghi tira dritto: «Nessuna convocazione dal governo né prima né dopo lo sciopero»

Fonti di palazzo Chigi hanno allontanato ogni speranza di Cgil e Uil di tornare al tavolo per sventare lo sciopero contro la Manovra del 16 dicembre

Il premier Mario Draghi non incontrerà i sindacati di base a Palazzo Chigi prima dello sciopero del 16 dicembre. Tantomeno dopo la protesta ci sarà una convocazione immediata. Lo dicono fonti vicine alla presidenza del Consiglio. Insomma, una rottura con le parti sociali, alla luce delle continue richieste di ascolto lanciate Maurizio Landini. Unico appuntamento finora in programma sarebbe quello del 20 dicembre, quando assieme alla Cisl, i sindacati al completo sono stati convocati dal governo per discutere sulle pensioni. Il segretario della Cgil, a tre giorni dallo sciopero organizzato con la Uil, ai microfoni di Tagadà, ha detto: «È il momento di dire al governo che le riforme non possono essere decise dalla maggioranza e poi le parti sociali essere solo informate. Questo non lo possiamo accettare. Bisogna ascoltare il mondo del lavoro». Landini ha schivato le polemiche per la mancata adesione della Cisl alla protesta: «Ognuno fa le sue scelte», ha dichiarato. Poi, il segretario della Cgil ha voluto anche chiarire le motivazioni dello sciopero, la cui data è stata criticata da molti perché coincide con il periodo pre-natalizio, essenziale per le attività economiche, e che non ha ricevuto il no dell’Authority per il mancato rispetto del cosiddetto periodo di franchigia. «Noi non andiamo in piazza contro qualche altro sindacato, andiamo a sostenere le proposte unitarie e stiamo chiedendo al Governo che ci ascolti e riapra la trattativa con tutti. Ad oggi il governo con noi, che rappresentiamo il mondo del lavoro, una trattativa non l’ha ancora fatta».


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