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Coronavirus, allarme nel Lazio. L’assessore alla Sanità: «Probabile Capodanno in zona gialla»

17 Dicembre 2021 - 13:15 Redazione
D'Amato, denunciando gli atteggiamenti irresponsabili di chi non rispetta l'isolamento fiduciario, ha escluso che il cambio di colore possa comunque avvenire prima di Natale

Ci sono almeno un migliaio di positivi che non rispettano la quarantena a Roma. Il calcolo è dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, che ne parla oggi con il Messaggero: «Un migliaio di persone entrata in contatto con positivi non si è messa in autoisolamento preventivo e non ha avvertito le Asl». E quindi ha continuato a girare per la città come se nulla fosse. D’Amato parla di un migliaio di casi già scoperti per la denuncia delle aziende sanitarie. Che segnalano la mancata collaborazione di alcuni cittadini anche nei confronti dell’attività di contact tracing. Secondo l’assessore, questi comportamenti fanno rischiare la zona gialla nel Lazio: «A Natale la regione non rischia il passaggio in giallo – ha dichiarato al Giornale Radio Rai -, ma probabilmente verso il Capodanno potremmo anche andare in zona gialla. Bisogna mantenere sempre alta l’attenzione – ha aggiunto -. Abbiamo un vantaggio da difendere e non dobbiamo far calare le misure di precauzione».

Soltanto ieri, 16 dicembre, nel Lazio si sono registrati oltre 2.600 contagi, di cui più di mille soltanto a Roma. Il rapporto tra tamponi e positivi nella regione è al 5%, mentre scende l’indice di contagio Rt a 1,01 da 1,06 della settimana scorsa. Una dirigente di una Asl romana, contattata dal quotidiano, racconta cosa sta succedendo: «Nei mesi scorsi erano principalmente i ragazzini a non comunicare se erano entrati in contatto con un positivo. E non lo dicevano neppure ai genitori. Oggi, meno rigorosi, sono soprattutto gli anziani che sentono il bisogno di uscire e vedere i propri cari, e i quarantenni. Attraverso le nostre triangolazioni abbiamo scoperto il caso di un autotrasportatore che era entrato in contatto con un suo cliente positivo. Quando gli abbiamo comunicato la cosa, non solo ci ha risposto che lo sapeva ma ci ha detto di lasciarlo in pace perché doveva lavorare. La stessa giustificazione che ci ha dato un professionista spiegandoci di aver avvertito i suoi clienti ma che doveva andare in ufficio e non poteva lavorare da casa. Per questo ha preferito non avvertire la Asl. E chissà quanti si comportano in questo modo». Aumentando così la circolazione del virus.

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