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Il sindaco che canta “Bella ciao” ad una festa al chiuso e senza mascherina – Il video

27 Dicembre 2021 - 06:34 Redazione
Luca Vecchi, primo cittadino a Reggio Emilia, ritratto a una festa di Natale in un locale. Ma lui si difende: «Nessun pericolo contagio»

A Reggio Emilia un video che ritrae il sindaco Luca Vecchi a una festa di Natale in un locale al chiuso insieme ad altri esponenti della maggioranza di centrosinistra mentre cantano Bella Ciao senza mascherine ha fatto scoppiare una polemica. «Questi ‘signori’ sono gli stessi degli appelli rivolti da loro stessi ai reggiani, con toni aulici, severi e sopracciglia aggrottate. Peccato che valgano solo per gli altri. Prudenza e raccomandazioni anche dei medici in occasione delle festività svaniscono nell’ebrezza delle note di Bella Ciao», dicono Gianluca Nicolini, coordinatore provinciale Forza Italia e Davide Ganapini, consigliere provinciale e vicecoordinatore. Vecchi si è difeso in una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa Ansa: «Era un contesto sicuro e soprattutto un contesto in cui i presenti non hanno messo in pericolo nessuno. Mi pare evidente la presenza di un alto grado di strumentalizzazione politica e soprattutto una mancanza di informazioni per contestualizzare adeguatamente». E ancora: «Quel video risale al 20 dicembre. Dunque prima del decreto e in una situazione ben diversa da oggi. In un locale della città in cui era in corso la cena dei consiglieri di maggioranza. Un locale in cui tutti sono entrati con Green pass, vaccinati e dopo aver verificato la febbre. In zona bianca. Non era in corso alcun assembramento. Una semplice cena nel pieno rispetto delle regole fondamentali della zona bianca peraltro con poche persone presenti. Alla fine della cena per pochi minuti una canzone tra pochi presenti. Una canzone che continua a infastidire alcuni esponenti politici. Può essere valutata come una leggerezza? Ci sta. Ma la complessità di ciò che stiamo attraversando non dovrebbe sacrificare il buon senso alla strumentalizzazione politica. Le regole fondamentali erano rispettate».

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