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Mauro da Mantova è morto: il carrozziere No vax della Zanzara sconfitto da Covid-19

28 Dicembre 2021 - 09:25 Redazione
mauro da mantova mauro buratti
mauro da mantova mauro buratti
Buratti, soprannominato Mauro da Mantova a La Zanzara, era ricoverato all'ospedale di Borgo Trento. Non rispondeva alle cure

Mauro da Mantova è morto per Covid-19. Il carrozziere No vax di Curtatone che si vantava di aver infettato un supermercato è deceduto a 61 anni dopo un lungo ricovero in terapia intensiva. Ad annunciarlo oggi è il Corriere del Veneto. Fino a ieri, come scriveva L’Arena di Verona, Mauro Buratti si trovava ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale di Borgo Trento. Le sue condizioni venivano definite come gravissime: «è in Ecmo, non risponde alle cure». I medici avevano fatto sapere che si era opposto all’intubazione. Mauro da Mantova era un personaggio famoso per i suoi interventi nel programma radiofonico La Zanzara su Radio 24. Il carrozziere di Curtatone era intervenuto nel programma radiofonico La Zanzara, ostentando orgoglio per essere andare a fare «l’untore» in un ipermercato poco fuori dal capoluogo lombardo, girando tra le corsie nonostante la temperatura corporea. A raccontare con cordoglio la notizia della sua morte su Twitter il conduttore de La Zanzara David Parenzo. Negazionista e No vax della prima ora, Mauro da Mantova a inizio dicembre aveva cominciato a telefonare a La Zanzara per raccontare di aver fatto “l’untore” entrando senza mascherina in un supermercato nonostante fosse positivo al Coronavirus. Le sue condizioni si erano successivamente aggravate, tanto che sia l’altro conduttore del programma di Radio 24 Giuseppe Cruciani che altri ascoltatori lo avevano invitato a farsi ricoverare. Il carrozziere era andato a Verona perché «a Mantova sono tutti comunisti». Nei giorni scorsi il rabbino Shlomo Bekor di Milano aveva fatto sapere che stava pregando per lui.

A ricordare il carrozziere di Curtatone anche Giuseppe Cruciani su Instagram: «Mauro non c’è più. Ho sperato, abbiamo sperato, che la sua pellaccia ancora una volta potesse vincere su tutto. Niente. Era una testa dura, e quella maledetta settimana è stata forse fatale. Aveva deciso di campare in un certo modo, nessuno lo avrebbe fermato e la nostra grande comunità gli voleva bene nonostante le sue storture, le sue teorie, i suoi umori».

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