Tennis, ancora proteste a Belgrado per Djokovic. La madre: «Non gli danno la colazione, è peggio del carcere»

Nelle prossime ore si conoscerà la decisione dei giudici sul ricorso presentato dai legali del campione serbo, bloccato al Park Hotel di Melbourne

Quarto giorno consecutivo di proteste a Belgrado, in Serbia, a sostegno di Novak Djokovic, il tennista numero uno del mondo bloccato a Melbourne nel Park Hotel perché non in linea con le norme sull’obbligo vaccinale e sulle misure di prevenzione anti Covid. Nelle prossime ore si conoscerà la decisione dei giudici sul ricorso presentato dai legali del campione serbo, che ha vinto lo Slam di Melbourne per 9 volte. Djordje Djokovic, fratello di Nole, ha parlato davanti ai manifestanti, accorsi in centinaia davanti al parlamento serbo, dicendo: «Attendiamo che il mondo ascolti la verità». Anche la madre Dijana ha di nuovo denunciato le condizioni a detta sua «critiche» in cui si troverebbe il figlio. «A Novak vengono dati solo pranzo e cena, non la colazione, e queste non sono condizioni umane», ha detto. «A dirmelo è stato lo stesso Novak. Sono condizioni che non esistono neanche nelle carceri, dove sono previsti tre pasti al giorno e i detenuti possono uscire all’aperto. Non ha a disposizione neanche una finestra normale che gli consenta di guardate sul parco, ma può vedere solo un muro». Il padre Srdjan ha nuovamente attaccato le autorità australiane: «Non ci possono piegare. Novak è la personificazione della libertà. Devono vergognarsi. Non sono un popolo ma solo dei politici».


Immagine di copertina: William WEST / AFP


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