La figlia del partigiano: «I No vax parlano di fascismo? Mio padre si metterebbe a ridere»

Tiziana Pesce, figlia di Giovanni, scrive una lettera aperta a Ugo Mattei della Commissione Dupre

Tiziana Pesce, figlia del partigiano Giovanni Pesce, scrive oggi su La Stampa una lettera aperta a Ugo Mattei, volto di punta della Commissione Dupre (Dubbio e Precauzione) e dei No Green pass che aveva parlato del padre e di una polemica con il giornalista Concetto Pettinato del 1943. La figlia di Pesce in primo luogo fa notare a Mattei che si è sbagliato, visto che in quell’anno il partigiano era recluso a Ventotene e quindi non poteva polemizzare con il seguace di Mussolini. Poi va all’attacco:


La seconda osservazione che, non me ne voglia, mi permetto di fare è che non è accettabile, neppure lontanamente e da nessun punto di vista, alcun paragone tra i protagonisti della lotta di liberazione dal nazifascismo e l’attuale movimento di contestazione alla politica italiana di questi due anni nel contrasto alla pandemia. (…) È storicamente, politicamente, culturalmente, e per quanto riguarda la memoria di mio padre, personalmente offensivo sentire paragonare la sua vita, la sua politica e la sua lotta per la libertà alle prospettive conclamate (nuovi CLN! suvvia, un po’ di verecondia!) di un movimento scomposto, confuso e facilmente strumentalizzabile, che se non fosse per la gravità delle affermazioni storiche, tanto più gravi se profferite da uomini per professione colti, potrebbe essere relegato a tristissimo folclore.


Infine, arriva l’affondo:

La libertà di parola è di tutti, ma la invito, poiché di questa parola possiede e conosce il significato, a usarla in modo rispettoso della storia delle persone. Spero, allora, che non vorrà mai più associare il nome di mio padre alle idee del movimento da lei guidato. E aggiungo, soltanto per chiudere in serenità, che mio padre, a sentire tali paragoni, dopo una iniziale arrabbiatura, sono certa che vi avrebbe seppelliti con una risata. Probabilmente mentre andava a vaccinarsi. Mi creda.

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