«Se muoio è stata mia moglie», verso la fine dell’inchiesta sull’sms all’amante prima di morire: la vedova ora rischia il processo

L’autopsia ha confermato che c’è stata asfissia meccanica: la vedova si è avvalsa della facoltà di non rispondere

Potrebbe andare a processo la donna che la procura di Torino aveva iscritto nel registro degli indagati dopo che il marito, 50 anni, aveva inviato alcuni sms all’amante prima di morire, nei quali la avvisava che la moglie aveva provato a strangolarlo. «Se domani mi trovano morto è stata lei», le aveva scritto. Per quel decesso catalogato come morte naturale, la vedova potrebbe essere rinviata a giudizio, ora che le indagini sono arrivate a conclusione. Secondo l’accusa l’uomo sarebbe stato strangolato per gelosia, dopo che la moglie aveva scoperto che si sentiva con un’altra donna residente in Puglia. Nel frattempo, lui era anche malato: un tumore al cavo orale. Il rapporto tra i coniugi non era affatto sereno, litigavano spesso. Per le urla i vicini del loro alloggio avevano chiamato la polizia. Il 5 aprile il decesso e il 10 aprile la cremazione. A quel punto l’amante aveva deciso di confessare sms ed inquietudini agli investigatori. L’autopsia ha confermato che c’è stata asfissia meccanica e che sul collo sarebbero segni di strangolamento. La vedova si è avvalsa della facoltà di non rispondere.


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