«Vedevo gli unicorni», la chat dello stupro di Capodanno e le parole della vittima: «Una doccia per lavare lo schifo»

La deposizione della ragazza «abbandonata a un destino di dolore» secondo il Gip. E i discorsi tra i partecipanti alla festa

La deposizione della ragazza che accusa di stupro tre ragazzi romani durante il Capodanno 2021 a Primavalle racconta la notte dell’orrore. «Non riuscivo a camminare, fissavo i muri. Tanti ragazzi hanno iniziato a parlarmi», dice. Ammette di «avere bevuto e fumato». Ma «non ho idea se qualcuno mi abbia messo qualcosa nel bicchiere. Ho iniziato a perdere i sensi», spiega la 16 enne, figlia di un diplomatico spagnolo. La ragazza, scrive la gip Tamara De Amicis, nell’ordinanza, è stata «abbandonata a un destino di dolore». La testimonianza, riportata oggi da Repubblica, risale al 2 gennaio 2021 davanti ai carabinieri della stazione La Storta.


La deposizione

«L’alcol stava sul tavolo accanto alla cucina, una mia amica mi riempiva il bicchiere e me lo portava. Ognuno credo abbia portato qualcosa. C’erano le canne, qualcu#no ha portato la cocaina ma non ricordo chi. C’era il Rivotril. Si andava qua e là. Si fumava in giardino». E ancora: «Mi ricordo più o meno l’inizio, che stavo in una stanza e dei ragazzi mi stavano toccando. Mi ricordo che ho fatto resistenza, l’ho fatta ma non potevo fare più di tanto, non avevo forza, non avevo consapevolezza». Poi c’è il racconto del giorno dopo: «Mi sono svegliata, mi sentivo come se avessi i postumi di ogni droga possibile e immaginabile. Avevo male dappertutto. Sono andata in bagno e ho guardato le gambe. Erano completamente piene di lividi, c’erano anche sulle braccia. Avevo dei segni e tanto dolore. C’era del sangue. Addosso avevo solo una felpa non mia».


Invece dalla chat “festino il 5 o il 6” i carabinieri hanno ricostruito cosa è successo nel villino in via del Podere Fiume: «Io vedevo gli unicorni che volavano e i tappeti che si muovevano», scrive una delle partecipanti. In una storia Instagram una minorenne prende cocaina con una banconota da 20 euro a fare da pippotto. Ma ci sono anche le trattative per l’acquisto della “robba”: «Non posso mica anna’ in giro per Roma con un chilo di merce, se me fermano so’ cazzi». Per i due principali indagati, Patrizio Ranieri e Claudio Nardinocchia, invece, il padre della ragazza era “un infame”. I due programmavano un altro appuntamento per l’Epifania. Che però alla fine è saltato.

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