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Stupro di Capodanno, le minori cercavano Xanax e Rivotril: «Il consenso? Con l’abuso di droga non c’è»

25 Gennaio 2022 - 09:38 Redazione
Gli inquirenti non trovano le ricette con cui le adolescenti si sono procurate i farmaci. Tra le ipotesi, medici o farmacie compiacenti. La presa di posizione dell'ex procuratrice

Alla ricerca di Rivotril e Xanax: è quanto emerge dalle chat tra le ragazzine dei Parioli al vaglio degli inquirenti, nelle indagini sulla festa a Roma del 31 dicembre del 2020 in una villa di Torresina in cui una ragazza di 16 anni avrebbe subito una violenza di gruppo. «Non trovo il Rivotril in farmacia», dice una ragazza di 14 anni nella chat denominata “Aimone”, ovvero “casa” per la sua radice tedesca, secondo quanto riporta Repubblica Roma. Una chat del 30 dicembre 2020 oggi al vaglio dei carabinieri che conducono le indagini sullo stupro di Capodanno 2021 di Primavalle. Cercava il Rivotril, la quattordicenne, che poi alla festa riuscirà a portare anche lo Xanax. Come, se per entrambi i medicinali servono le ricette? Ricette che non si trovano. L’interrogativo a cui cercano di rispondere gli inquirenti dunque è uno: sono state sottratte a medico, a un parente, o sono state addirittura prescritte da un medico compiacente? Ci sono stati complici in farmacia? «Le ho portate da casa, senza dire altro», dice la quattordicenne.

Gli avvocati della famiglia dell’adolescente – nome di fantasia Bianca – che ha denunciato lo stupro hanno ora in mano l’ordinanza di arresto per due dei cinque stupratori della sedicenne. Bianca, al momento della violenza, era sotto l’effetto di cocaina e di Rivotril. Non è chiaro se avesse pure fumato spinelli imbevuti nell’hashish. «Le nostre indagini difensive punteranno anche su come quelle pasticche siano arrivate nelle mani delle amiche di Bianca», spiega Bo Guerreschi di “Bon’t worry”, la onlus che sostiene le donne vittime di violenza. «Siamo convinti che Bianca sia stata drogata». Non solo, avverte l’ex procuratrice aggiunta di Roma Maria Monteleone: «Le dichiarazioni della vittima di una violenza sessuale – come è giusto che sia – in presenza di precise condizioni sono da sole sufficienti per fondare un giudizio di responsabilità penale. Ovviamente, i magistrati e gli inquirenti specializzati svolgeranno anche tutte le investigazioni possibili nei singoli casi, tese a verificare le dichiarazioni della persona offesa».

Non solo: l’eventuale consenso della vittima al compimento degli atti sessuali, aggiunge ancora Monteleone, «non ha alcun rilievo se gli atti siano compiuti con violenza, minaccia o abuso di autorità. Anzi, il reato di violenza sessuale sussiste anche se la vittima sia stata indotta a compiere o subire atti sessuali e l’autore abbia abusato di una condizione di inferiorità fisica o psichica al momento del fatto. Ed è questa la condizione in cui si può trovare, ad esempio, una persona che abbia assunto sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti, che l’abbiano posta in uno stato di “infermità”, sia pure temporanea».

Le chat

«Vai in un’altra farmacia», risponde un’altra ragazzina nella chat, a meno di 24 ore dal festino da incubo secondo quanto riporta ancora Rep. «A Conca (forse indica una farmacia o un quartiere, ndr) non c’è nulla». Le ragazze hanno tra i 14 e i 17 anni ed erano anche in un’altra chat dal nome “Festino il 5 o il 6”. Festino che non ha mai avuto luogo, dopo la denuncia di Bianca. «Le pasticche di Xanax e Rivotril ve le regalo, tanto è Capodanno sti cazzi, basta che m’accollate tipo qualcosa per stuccà (ovvero fumare, ndr), perché sto a pijà mezzo (mezzo chilo di hashish, ndr) a 365 e non posso cioè tipo regalallo tutto, quindi niente, questo», dice ancora la 14enne.

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