Green pass, dal primo febbraio durerà 6 mesi. Fonti di governo: «Si valutano soluzioni sulla scadenza ridotta»

Per il sottosegretario alla Salute Sileri, il Green pass «è utile a regolare flussi e sistemi, però nel tempo va personalizzato e reso più semplice, per passare dall’emergenza a un trattamento ordinario»

A partire dal prossimo mese, martedì primo febbraio, il Green pass non sarà più valido per nove mesi. La scadenza della certificazione verde sarà ridotta a sei mesi e questo potrebbe provocare problemi per tutti coloro che hanno già fatto da tempo la terza dose di vaccino o il booster anti-Covid, visto che per il momento non è ancora prevista la quarta dose. Ecco perché il governo fa sapere, attraverso sue fonti, che saranno valutate soluzioni ad hoc per fronteggiare questo problema. Mancano invece ancora conferme rispetto a una presunta proroga delle ordinanze relative alla scadenza del 31 gennaio relativa all’obbligo del tampone per entrare in Italia dall’estero, anche da Paesi europei, e anche per chi ha il Green pass ed è stato vaccinato con la terza dose. Nel governo sembra prevalere al momento il desiderio di ricorrere a una sorta di «alleggerimento delle regole», non appena il momento è opportuno.


Così lo chiama il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui «un alleggerimento è necessario»: «rendere tutto quanto più semplice» per «passare dall’emergenza a un trattamento ordinario di una patologia che è entrata prepotentemente nei libri di medicina». Ospite a Domenica In su Rai1, si è detto «d’accordo col fare una programmazione in base ai dati». Non questa settimana «ma forse in una decade da oggi probabilmente sì, perché i casi caleranno, ma non dobbiamo far sì che il Green pass, utile, vada a schiacciare quella che è l’esigenza sanitaria», ha spiegato Sileri. Il Green pass «è utile, ha portato tutti alla vaccinazione, tutti alla terza dose, a regolare flussi e sistemi, però nel tempo va anche personalizzato e reso tutto quanto più semplice compresa la vaccinazione e passare dall’emergenza a un trattamento ordinario».


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