«Ormai da due anni e mezzo ho una scorta. Perché sono minacciata, ricevo delle parole orribili». La senatrice a vita e testimone dell’Olocausto Liliana Segre è andata oggi, 6 febbraio, al Memoriale della Shoah a Milano, dove come ogni anno è stata ricordata la deportazione degli ebrei dalla Stazione Centrale di Milano del 30 gennaio 1944. In questa data, 78 anni fa, quel treno arrivava ad Auschwitz. Segre aveva appena 13 anni: di 605 persone, solo 22 tornarono vive a casa. A distanza di tutti questi anni, però, Segre si trova ancora a dover fronteggiare l’odio. Stavolta è quello No vax: «Un signore di Tolmezzo, che si è firmato ed è stato denunciato, mi ha scritto dopo la mia vaccinazione pubblica», ha raccontato dal palco della commemorazione organizzata dalla comunità di Sant’Egidio. «Mi ha scritto: “Lei è una maiala. Ha una cotenna talmente spessa che neanche Hitler è riuscito a toglierla. Speriamo che gliela tolga il Covid“. Dovrei dire allora che non è cambiato nulla rispetto ai tempi della deportazione, che non ci dovrebbe essere speranza», ha detto la senatrice commentando gli insulti ricevuti. «E invece la speranza c’è: sono i ragazzi che sono qui stasera».
Video in copertina: Comunità di Sant’Egidio
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