Facebook e Instagram chiudono in Europa? Meta frena: cosa c’è dietro la minaccia sui social di Zuckerberg

La notizia ha cominciato a circolare dopo un report inviato dalla società di Zuckerberg alla Sec, l’autorità che negli Stati Uniti si occupa di regolare il mercato

Non sono ottimi giorni per Mark Zuckerberg. Lo scorsa settimana la sua Meta, insegna sotto cui sono riuniti Instagram, Facebook e WhatsApp, ha perso in un solo giorno il 25 per cento in Borsa. Uno tra i peggiori tonfi nella storia finanziaria degli Stati Uniti, con oltre 200 miliardi di capitalizzazione andati in fumo. E tutto era dovuto alla prima perdita di utenti di Facebook. Nelle scorse ore invece la diffusioni di lacune pagine di un report hanno lasciato immaginare che Meta avesse in programma di chiudere alcuni servizi nell’Unione Europea. Niente più Facebook e Instagram da Lisbona a Bucarest. Tutto è cominciato da un documento che la società fondata da Zuckerberg aveva inviato alla Security and Exchange Commission (Sec), l’autorità che negli Stati Uniti si occupa di regolare il mercato. Qui, secondo le indiscrezioni, sarebbe stato scritto che in assenza di «regole chiare e globali sul flusso dei dati tra Unione europea e Stati Uniti» l’azienda non sarebbe più stata «in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più importanti, compresi Facebook e Instagram, in Europa».


Appena la notizia ha cominciato a circolare, l’azienda si è affrettata a smentire tutte le voci. Un portavoce di Meta ha rilasciato una serie di dichiarazioni alle agenzie stampa italiane: «Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci dall’Europa. Le aziende fondamentalmente hanno bisogno di regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed Ue, e come più di 70 altre aziende in una vasta gamma di settori, mano mano che la situazione si evolve, stiamo monitorando da vicino il potenziale impatto sulle nostre operazioni europee». Al momento, almeno ufficialmente, chiudere Facebook e Instagram in Unione europea non sarebbe nei piani di Meta. Intanto sono arrivate anche le prime reazioni dall’Unione europea. Eric Mamer, portavoce della Commissione Ue, ha detto: «Una cosa deve essere assolutamente chiara: l’Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini». Più duro Paul Tang, presidente della Commissione fiscalità del Parlamento europeo: «L’Europa non si piega alle tue minacce, signor Zuckerberg. Torna a giocare nel tuo metaverso».


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