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David Rossi, il pm Nastasi: «Non sono stato nel vicolo dove ritrovarono il corpo». Ma una foto lo smentisce – Il video

10 Febbraio 2022 - 21:56 Redazione
Il sostituto procuratore di Firenze fece il sopralluogo nell'ufficio del capo della comunicazione di Mps dopo la sua morte. Oggi è stato sentito in Commissione parlamentare d'inchiesta

Il sostituto procuratore di Firenze, Antonino Nastasi – sentito oggi 10 febbraio dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena deceduto il 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio – ha fornito la sua versione dei fatti di quella sera. Nastasi si è occupato dell’inchiesta sulla banca ma anche della morte di Rossi. Nastasi ha detto di non essere «stato nel vicolo» dove fu ritrovato il corpo di Rossi. «Ricordo nitidamente di non esserci stato», ha risposto al deputato del M5s Luca Migliorino nel corso dell’audizione. Lo stesso deputato ha poi mostrato una foto a Nastasi, che quindi ha ammesso: «Sì sono io nella foto, allora probabilmente mi sono affacciato e sono andato via. Dopo nove anni non ricordavo la circostanza».

Uno dei primi punti che il pm ha tenuto a chiarire è stato quello relativo alla telefonata ricevuta sul telefono di Rossi: dall’altra parte della cornetta c’era Daniela Santanchè. A quella telefonata nessuno ha mai risposto. «Non ho preso il telefono, non ho mai risposto», si è difeso lui. In una precedente audizione della commissione, il colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, comandante dell’Arma a Siena, aveva detto che gli sembrava di ricordare che a rispondere al telefono di Rossi, quella sera, fosse stato proprio Nastasi e che un magistrato si sarebbe seduto sulla sedia di Rossi rovistando nel cestino con una penna prima di rovesciarlo. «Ho memoria certa della telefonata dell’onorevole Daniela Santanchè e dissi a voce alta: sta telefonando Daniela Santanchè». Se n’è accorto dal display: «Il telefono squillò per un po’ e poi smise». I tabulati delle compagnie telefoniche attestano, tra l’altro, che «quella è una chiamata senza risposta». I 38 secondi di durata registrati da Fastweb si riferiscono esclusivamente alla durata degli squilli a vuoto.

«Tutti gli elementi portavano al suicidio»

Nastasi non vide nemmeno «traccia di colluttazione, oggetti rotti né fuori posto». «Se non ci fosse stato il cadavere dalla finestra sarebbe stato un normale ufficio. Non c’era traccia di un’azione violenta posta in essere da terzi», ha aggiunto. Per quanto riguarda i biglietti presi dal cestino e poi ricomposti, «io ricordo che il cestino fu rovistato, i biglietti erano in cima e vennero presi dal maresciallo Cardiello, messi sul tavolo e ricomposti. Io non presi parte né alla presa dei biglietti dal cestino né alla loro ricomposizione». Nessuna volontà di insabbiare, tiene a precisare Nastasi: «Ci può essere stato un errore e non dico che non ci possa essere stato però dire che, così come leggo da anni, ci sia stata la volontà di insabbiare è una vergognosa falsità. Noi non avevamo intenzione di coprire nessuno».

I pm erano convinti che si fosse suicidato: «Abbiamo una serie di situazioni sul suo stato psicologico, le mail, i segni sulle braccia, le dichiarazioni rese dai familiari, gli sms che la moglie invia quella stessa sera a Rossi, il consulente tecnico. Tutti questi sono elementi che portano a ritenere che David Rossi si sia suicidato», ha dichiarato Nastasi. E ancora: «Non emergono durante l’attività investigativa minacce. Nessuno riferisce di minacce, nemmeno la moglie. La circostanza che dopo la perquisizione lui sia caduto in un momento di profonda prostrazione emerge agli atti. Noi non possiamo dimenticarci che ci sono tutti questi elementi». Sull’ipotesi di omicidio, secondo il pm, oggi sentito in Commissione, c’era «il nulla indiziario»: per questo motivo, sulla base degli elementi raccolti, «l’unica valutazione che poteva essere fatta è quella di una richiesta di archiviazione» per le indagini sulla morte di Rossi aperte per istigazione al suicidio, che era il reato ipotizzato per procedere agli accertamenti.

Foto in copertina da ANSA

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