David Rossi, cosa sappiamo (e cosa non torna) sulla morte del capo della comunicazione di Mps

Dai bigliettini d’addio alla mail creata dopo la sua morte, fino alla telefonata di Daniela Santanché alla commissione parlamentare d’inchiesta (sospesa)

Continua a essere un mistero la morte di David Rossi, 51 anni, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena (banca storicamente legata alla sinistra) che è precipitato dalla finestra del suo ufficio al terzo piano il 6 marzo del 2013. Perché lo ha fatto? Si è tolto la vita o qualcuno l’ha spinto? Queste sono le domande che la commissione parlamentare d’inchiesta (ora sospesa), fortemente voluta da Fratelli d’Italia, si sta facendo. Tanti, troppi i dubbi, molte le cose che non tornano. Quasi nove anni di ricostruzioni, sospetti, ipotesi. Per la vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, e per la figlia della donna, Carolina Orlandi, il capo della comunicazione del Mps sapeva qualcosa, «custodiva segreti inconfessabili» e per questo «è stato buttato dalla finestra». Altro che suicidio, insomma. A questo si aggiungano le notizie degli ultimi giorni come le mail, in cui Rossi annunciava il suicidio, inviate all’allora amministratore delegato di Mps, che sarebbero state scritte dopo la sua morte.


Cosa è successo

E non è finita qui: sempre secondo la polizia postale, tutti i dispositivi consegnati sarebbero stati «alterati nel loro contenuto dopo la riconsegna alla famiglia per cui la loro analisi risente di questa circostanza e ne risulta in alcuni casi viziata». Chi aveva interesse a farlo e perché? Poi ci sono anche i bigliettini d’addio, trovati nel cestino del suo ufficio. Il comandante provinciale dei carabinieri Pasquale Aglieco ha raccontato alla commissione d’inchiesta che uno dei pm intervenuti, Anastasi, avrebbe ricomposto quei bigliettini strappati e risposto persino alla senatrice Daniela Santanchè (che intanto stava chiamando Rossi; i due infatti erano amici). Insomma Nastasi, secondo la ricostruzione di Aglieco, potrebbe aver inquinato la scena. Ma i tabulati telefonici raccontano un’altra verità: nessuno avrebbe risposto a quella telefonata. Infine un altro dubbio: su quei bigliettini Rossi scrive alla moglie chiamandola «Toni, amore» ma lei sostiene che «lui non mi chiamava né Toni né amore». Dalla rubrica telefonica, come scrive oggi il Corriere della Sera, però, la donna era stata memorizzata come «Toni». Insomma, la verità sembra essere sempre più lontana. Intanto la commissione parlamentare è sospesa (in attesa dell’elezione del presidente della RepubbCorriere della Seralica che nei prossimi giorni “paralizzerà” di fatto il Parlamento): slittato l’incontro tra Nastasi e i deputati-commissari così come quello con Giuseppe Mussari (ex presidente di Mps, alla guida della banca quando i pm stavano indagando sul crac, ndr) che giovedì scorso, all’ultimo minuto, ha presentato un certificato medico.


Foto in copertina da ANSA

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