Un altro capitolo nella saga del M5s e dei regolamenti lo scrive oggi Giuseppe Conte. C’è un regolamento interno del 2018 che ammette al voto solo gli iscritti da almeno sei mesi. E la carta è stata depositata a Napoli dove il Movimento 5 Stelle ha ricevuto l’ordinanza sulla nullità del suo Statuto. Visto che uno dei punti sollevati dal tribunale civile riguarda proprio la decisione di non far votare chi non era iscritto da più di sei mesi, portarla prima all’attenzione del giudice forse avrebbe cambiato le carte in tavola. Ma, spiega oggi Repubblica, c’è chi pensa che dietro la comparsa della carta ci sia Luigi Di Maio. L’accusa è che il ministro degli Esteri fosse a conoscenza della carta. Nel 2018 era lui il Capo Politico. In una mail datata 8 novembre 2018 Di Maio chiede a Vito Crimi di ratificare un principio: che alle votazione possano prendere parte soltanto gli iscritti con più di sei mesi di anzianità. Crimi dà parere favorevole. L’ok del presidente del Comitato di Garanzia potrebbe far risalire la regola a prima dello Statuto varato da Conte. E quindi cambiare le carte in tavola al processo. Ma insieme alla carta c’è anche la teoria del complotto: perché è venuta fuori soltanto ora? Chi ne era a conoscenza?
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