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Crisi ucraina, Mosca difende la via diplomatica. Ma gli Usa lanciano l’allarme: «Aumentate le truppe al confine»

Il cancelliere tedesco vede Zelensky, domani l’incontro con Putin. In arrivo anche Di Maio. Il Cremlino, intanto, riduce le esercitazioni militari

La crisi Ucraina continua a tenere il mondo con il fiato sospeso. Mentre soffiano venti di guerra, la diplomazia tenta in ogni modo di evitare l’escalation. Gli schieramenti si muovono su un equilibrio delicatissimo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato informato dagli Stati Uniti che il giorno dell’attacco russo sarà mercoledì 16 febbraio. A darne notizia è stata la Cnn. Il presidente ucraino ha però aggiunto che «non è la prima volta» che si parla di questa data e che «l’Ucraina è più forte che mai», invitando la popolazione «a sventolare le bandiere ucraine e a indossare i colori nazionali», al fine di rendere il «16 febbraio il giorno dell’unità nazionale». Zelensky ha ribadito la volontà di raggiungere «la pace e risolvere tutte le questioni esclusivamente attraverso i negoziati», sottolineando che «l’esercito ucraino che è molte volte più forte di otto anni fa». Al contempo, il segretario di Stato americano Blinken ha annunciato lo spostamento temporaneo dell’ambasciata statunitense da Kiev a Leopoli. Inoltre, il Dipartimento di Stato ha reso noto che gli Stati Uniti «non vedono segni tangibili di de-escalation» al confine tra Russia e Ucraina.


Secondo quanto riportato dalla Cbs, che cita un funzionario statunitense, alcune truppe russe al confine con l’Ucraina hanno iniziato a muoversi in «posizioni da attacco», spostando parte dell’artiglieria a lungo raggio in posizione di tiro. In un video pubblicato dalla Bbc viene mostrato l’artiglieria militare russa e le truppe in movimento vicino al confine con l’Ucraina. Sullo sfondo, proseguono febbrili i tentativi di mediazione: oggi si è svolto l’incontro del cancelliere tedesco Olaf Scholz con il presidente Zelensky, con l’obiettivo dichiarato di «garantire la pace in Europa». Domani sarà la volta del ministro degli esteri Luigi Di Maio che partirà in missione verso Kiev e poi a Mosca. Proprio da Mosca, intanto, arrivano segnali di distensione, con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov che parla di un «accordo possibile» con l’Occidente.


Guterres (Onu): «Non c’è alternativa alla diplomazia»

Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, e con il suo omologo ucraino, Dymtro Kuleba. A entrambi ha espresso la «sua seria preoccupazione per le accresciute tensioni intorno all’Ucraina», accogliendo «con favore le discussioni diplomatiche in corso per disinnescare quelle tensioni e sottolineare ancora una volta il fatto che non c’è alternativa alla diplomazia». Secondo Guterres, inoltre, la Russia non invaderà l’Ucraina, mentre per i funzionari e il personale delle Nazioni Unite nel Paese «non sono previsti piani la loro evacuazione o il loro trasferimento».

Il Pentagono: «La Russia ha rafforzato il confine nel weekend»

Secondo il Pentagono, la Russia avrebbe rafforzato il proprio dispositivo militare al confine con l’Ucraina nel fine settimana appena trascorso. Vladimir Putin, ha detto il portavoce della Difesa John Kirby, «continua ad aggiungere forze lungo il confine con l’Ucraina e in Bielorussia, anche solo nel corso del weekend: ora ci sono ben oltre centomila soldati». Mosca lo avrebbe fatto nonostante il recente annuncio di star mettendo fine ad alcune esercitazioni militari

Regno Unito: «La Russia potrebbe invadere in qualsiasi momento»

Il Regno Unito fa eco agli Usa nell’evocare la minaccia russa. Secondo la ministra degli Esteri Liz Truss, Mosca «potrebbe decidere di invadere in qualsiasi momento».

Johnson: «La situazione è molto pericolosa»

A intervenire sulla crisi Ucraina è anche il premier britannico Boris Johnson. «La situazione è molto molto pericolosa», ha detto rivolgendosi direttamente al presidente russo. «Invito Vladimir Putin a fare un passo indietro dall’orlo del precipizio». Poche ore fa il primo ministro inglese ha ribadito sul Twitter come la Nato sia stata fondata «con l’impegno storico di salvaguardare la libertà di ogni stato membro». E ha aggiunto: «Il Regno Unito rimarrà incrollabile nell’impegno per la sicurezza europea».

Scholz: «Mosca colga le offerte di dialogo»

Il cancelliere tedesco Scholz, in conferenza stampa con Zelensky, ha detto: «In caso di aggressione militare, saremmo pronti a sanzioni su vasta scala, se la Russia violerà nuovamente la sovranità ucraina, sapremo cosa fare. La sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non sono negoziabili. Ci aspettiamo dalla Russia chiari segnali di de-escalation, un attacco all’Ucraina avrebbe gravi conseguenze». Scholz ha quindi invitato Mosca a «cogliere le offerte di dialogo». Zelensky, da parte sua, ha parlato del possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, dicendo che «garantirebbe la nostra sicurezza». Tuttavia, come precisato dal cancelliere tedesco Scholz in conferenza stampa, l’ingresso dell’Ucraina nella Nato attualmente «non è in agenda» e, dunque, risulta «strano che la Russia agisca come se lo fosse».

Il ministro degli Esteri russo: «Possibile accordo con l’Occidente»

«Ci sono chance per trovare un accordo con l’Occidente sull’Ucraina». Sono le prime parole apparentemente incoraggianti del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov rivolte al presidente Vladimir Putin. Nel corso del colloquio con Lavrov, il presidente russo ha definito l’espansione della Nato verso Est «infinita e molto pericolosa». Mosca intanto fa sapere che «una parte delle esercitazioni delle forze armate russe si sta concludendo, un’altra sarà completata nel prossimo futuro».

Il Centro studi per la difesa: «Al confine schierati 147mila militari»

«Al 12 febbraio il numero totale di truppe russe lungo i confini dell’Ucraina, comprese quelle in Bielorussia e nei territori occupati dell’Ucraina orientale e della Crimea, è di 87 gruppi tattici, circa 147mila militari, compreso il personale aereo e navale». A farlo sapere è il Centro studi per la Difesa di Kiev, Kiyv Independent. «Queste truppe sono dotate delle armi e dei veicoli appropriati, nonché di unità di supporto logistico e medico», continua il Centro. «Tuttavia finora non ci sono segnali che dispongano dei rinforzi aggiuntivi necessari per un’offensiva su larga scala».

Mosca replica a Scholz: «Da parte nostra nessuna de-escalation»

EPA/PAVEL BEDNYAKOV / KREMLIN POOL / |Il presidente russo Vladimir Putin

«Non c’è nessuna de-escalation che la Russia dovrebbe fare sull’Ucraina, questo spetta all’Occidente, incoraggiando Kiev ad attuare in pieno i pacchetto degli accordi di Minsk». A dichiararlo è Oleg Postnikov, vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo. Le parole sono di risposta all’invito del cancelliere tedesco Olaf Scholz che poche ore fa aveva esortato Mosca per un’operazione di de-escalation e allentamento delle tensioni con l’Ucraina. Nel frattempo Scholz è arrivato a Kiev per colloqui sulla crisi. Nella giornata di domani il cancelliere sarà a mosca per incontrare Putin.

Londra: «Frustrati davanti all’atteggiamento di Mosca»

EPA/ALEXANDER ZEMLIANICHENKO / POOL | Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace

«Stiamo lavorando tantissimo per sostenere l’Ucraina e le parole del nostro ministro della Difesa pronunciate ieri esprimevano quanto ci si possa sentire frustrati e quanto questi sforzi possano apparire inutili davanti all’atteggiamento di Mosca». A spiegare la posizione del governo britannico è James Heappey, portavoce del ministro della Difesa Ben Wallace che poche ore fa aveva rilasciato forti dichiarazioni sul presidente russo. «C’è un profumo di Conferenza di Monaco del 1938», aveva detto paragonando in buona sostanza la figura di Putin a quella di Hitler. Oggi il portavoce smentisce l’intenzione del paragone ma ribadisce la frustrazione per le posizioni di Mosca. «L’invasione ucraina potrebbe avvenire senza preavviso, in qualsiasi momento», ha continuato Heappey, «dato lo schieramento di forse sul terreno» . E ha aggiunto: «Ora la Russia è più vicina a una guerra in Europa come non lo è mai stata negli ultimi 70 anni».

L’ambasciatore ucraino: «Potremmo non entrare nella Nato». Poi ritratta

EPA/SERGEY DOLZHENKO

«L’Ucraina potrebbe abbandonare l’obiettivo di entrare nella Nato, qualora questo servisse a evitare un conflitto con la Russia». A dirlo è l’ambasciatore ucraino nel Regno Unito, Vadym Prystaiko alla Bbc. «Potremmo rinunciare» ha continuato Prystaiko, «soprattutto se veniamo minacciati così, ricattati così e spinti in questa direzione». Come fa sapere la Bbc, l’ambasciatore ed ex ministro degli Esteri ha successivamente ritrattato, ribadendo che l’Ucraina ha un impegno fissato in costituzione di aderire alla Nato, «una questione che dipende dalla prontezza dell’Alleanza stessa». La puntualizzazione è stata poi ribadita dal dicastero degli Esteri di Kiev e diffusa dalla stessa Bbc. «L’Ucraina cerca garanzie per la propria sicurezza», hanno fatto sapere dalla capitale, «e secondo l’attuale governo il miglior modo per ottenerle resta la ricerca di un’adesione immediata alla Nato».

Di Maio parte per Kiev e Mosca

ANSA/ANGELO CARCONI|Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio

Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio domani 15 febbraio partirà per una missione a Kiev e poi a Mosca. Lo scorso 12 febbraio Di Maio aveva una riunione operativa all’Unità di Crisi della Farnesina sulla situazione in Ucraina. «Abbiamo deciso di invitare, in via precauzionale, tutti i cittadini italiani presenti in Ucraina a rientrare nel nostro Paese con mezzi commerciali e a posticipare tutti i viaggi verso l’Ucraina» aveva detto. «Faremo rientrare tutto il personale non essenziale della nostra sede diplomatica a Kiev. La nostra Ambasciata resta, però, pienamente operativa». Alla vigilia della partenza il ministro degli Esteri parla di soluzione diplomatica urgente: «Come Italia siamo determinati a passare a Mosca messaggi chiari, unitari, fermi, in stretto coordinamento con i nostri partner e gli alleati europei, Nato e Ocse, che scoraggino qualsiasi aggressione ed escalation», ha detto durante un nuovo incontro alla Farnesina avvenuto poche ore fa con il vice primo ministro e ministro degli affari esteri del Qatar, Sceicco Al-Thani. «Al contempo manteniamo il nostro impegno per favorire una soluzione diplomatica e sostenibile anche nel quadro degli accordi di Minsk e del formato Normandia», ha concluso.

Scholz a Mosca: «Un’aggressione avrà conseguenze pesanti»

EPA/CLEMENS BILAN|Il cancelliere tedesco Olaf Scholz

A rivolgersi a Mosca nelle ultime ore è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Chiediamo alla Russia segnali immediati di de-escalation nella crisi con l’Ucraina», ha detto prima di recarsi a Kiev e poi a Mosca. «Ci aspettiamo segnali, una nuova aggressione avrà conseguenze pesanti per la Russia». A questo proposito Scholz parla di «sanzioni severe preparate con cura e che possiamo mettere in atto in qualsiasi momento». Nella giornata di oggi il cancelliere si recherà a Kiev per «un tentativo di garantire la pace all’Europa». Durante l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Scholz dovrebbe discutere di come la Germania possa aiutare l’economia ucraina. 

Foto in copertina: ANSA/ LAURENCE FIGA’ -TALAMANCA

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