Così Putin attacca sul grano: lo stop che può causare l’aumento dei prezzi di pane e pasta

Mosca ferma l’esportazione di un fertilizzante che serve per le campagne ucraine. Anticipando le sanzioni dell’Occidente

La Russia ha imposto per due mesi un divieto all’esportazione di nitrato di ammonio. Si tratta di un fertilizzante che serve per coltivare il grano. L’annuncio lo ha dato il vicepremier Andrei Belousov: «Si tratta di una misura temporanea. I volumi di prodotto restanti potranno essere esportati dal 2 di aprile, quando le imprese russe avranno ricevuto il nitrato di ammonio nei volumi richiesti». Ma, spiega oggi il Corriere della Sera, mossa commerciale svela un’intenzione politica: Vladimir Putin così blocca la vendita all’estero del più strategico dei fertilizzanti nel quale domina i mercati mondiali. Giocando così d’anticipo sulle possibili sanzioni che l’Occidente potrebbe imporre per l’Ucraina. E il quotidiano spiega che dopo l’impennata del 10,8% di quest’anno su farina e pane si profila la strategia della destabilizzazione di Putin. Il blocco per legge si applicherà in una fase decisiva per il ciclo produttivo, perché sta arrivando il momento nel quale questi fertilizzanti derivati dal metano vanno utilizzati nei campi. E visto che rappresentano il 20-25% del costo di produzione del grano, l’impennata recente delle loro quotazioni (più 220% da metà novembre ad oggi, a causa dell’aumento dei prezzi del gas) avrà effetti a cascata. In gennaio è arrivato il dimezzamento delle forniture di gas naturale all’Italia e altri Paesi europei. Ora il blocco del fertilizzante. Ma la Russia è anche un produttore di alluminio, palladio per auto, titanio per i motori degli aerei civili. Forse questo è soltanto l’inizio.


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