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Covid, frena la discesa dei nuovi casi. Vaccini al palo – Il monitoraggio Gimbe

24 Febbraio 2022 - 10:51 Redazione
monitoraggio gimbe
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Il presidente Nino Cartabellotta avverte: non è ancora il momento di togliere la mascherina al chiuso e di dare il via libera ai positivi

Frena la discesa dei nuovi casi di Coronavirus in Italia. Mentre le vaccinazioni degli over 50 sono al palo. Questi i dati salienti del monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sulla pandemia in Italia. Che però registra anche un calo delle terapie intensive e dei decessi. Mentre il presidente Nino Cartabellotta avverte: non è ancora il momento di togliere la mascherina al chiuso e di dare il via libera ai positivi. Secondo Gimbe sono in calo da quattro settimane i nuovi casi di Covid-19 registrati in Italia, ma la discesa vede una frenata nel corso dell’ultima settimana: dal 16 al 22 febbraio sono stati 349.122 con un -20,6%, a fronte del -32% della settimana precedente. Il calo è andato di pari passo a un’ulteriore riduzione dei tamponi totali effettuati (-19,6%). Nello stesso arco di tempo, in tutte le regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -0,5% della Calabria al -35,9% del Friuli-Venezia Giulia.

La ritirata rallenta

Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, in 7 giorni, passano da 14 a 5 le province con un’incidenza superiore ai 1.000 casi settimanali di Covid-19 per 100.000 abitanti: Oristano (1.965), Reggio di Calabria (1.216), Siracusa (1.215), Fermo (1.022) e Vibo Valentia (1.006). Mentre sono ancora 72 quelle che superano i 500 casi per 100.000 abitanti. Nella settimana 9-15 febbraio erano 14 le province con incidenza oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti ed erano state 70 la settimana precedente. Ma continua anche a calare in modo costante la pressione dell’epidemia di Covid-19 sugli ospedali. Negli ultimi sette giorni risulta stabile sia il trend di riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (-16,2%), che quello della riduzione dei posti in terapia intensiva (-19,9%). Anche i decessi dovuti al Sars-Cov-2 continuano a calare con un trend piuttosto stabile: sono stati 1.828, pari a -15,8% rispetto alla settimana precedente. Mentre dal 9 al 15 febbraio si era registrato -14,9% ricoverati in area medica, -18,7% in intensiva e -16% decessi.

I numeri delle vaccinazioni

I numeri delle vaccinazioni preoccupano di più. Negli ultimi 7 giorni solo 59 mila nuovi vaccinati: si conferma il crollo negli over 50 (-44%) e nella fascia 5-11 (-57,1%) già registrato in precedenza anche nella settimana 16-22 febbraio. Sono 4,9 milioni le persone senza nemmeno una dose vaccinabili subito e 2,17 milioni di guariti protetti solo temporaneamente. Per le terze dosi tasso di copertura all’84,9% con nette differenze regionali. I nuovi vaccinati sono 59.033 rispetto ai 111.002 della settimana precedente (-46,8%). Ma di questi il 33,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 19.628, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-57,1%). Ed è ancora più preoccupante che nonostante l’obbligo vaccinale e l’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scenda ulteriormente, attestandosi a quota 15.255 (-44% rispetto alla settimana precedente). In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49.

5 milioni di non vaccinati

Per i dati su chi non ha fatto il vaccino, «al 22 febbraio – riferisce Gimbe – sono 7,07 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose, di cui 2,17 milioni guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette. In altri termini, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,9 milioni, un dato che tuttavia non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto». Per questo Cartabellotta invita alla prudenza: «Se i dati consentono di guardare avanti con ragionevole ottimismo, non è accettabile ‘approfittare’ della fine dello stato di emergenza per confondere le carte in tavola: discesa della quarta ondata non significa circolazione endemica del virus né, tantomeno, fine della pandemia». Per il presidente di Gimbe «lo sguardo deve essere sin da ora rivolto al prossimo autunno-inverno: se è ragionevolmente certa una tregua nei prossimi mesi, questo tempo prezioso deve essere sfruttato al meglio per un’adeguata programmazione. Perché con il nuovo inverno il risveglio dal ‘sogno collettivo’ potrebbe essere molto brusco».

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