Bollette, benzina, pane, profughi: cosa rischia l’Italia con la guerra tra Russia e Ucraina

Il conflitto costerà un punto di Pil in mancata crescita. Mentre si attendono aumenti per le materie prime e il gas. E cinque milioni alle frontiere dell’Europa

La guerra tra Russia e Ucraina può costare all’Italia un punto di crescita del prodotto interno lordo. E una crescita ulteriore dell’inflazione nell’ordine del 4-5%. Ma le immagini della grande fuga dei civili da Kiev aprono anche un fronte profughi: si parla di cinque milioni di persone in fuga dal paese sotto i bombardamenti. Lo scenario è «molto grave per l’Italia, soffrirà più di altri perché più dipendente dal gas russo», dice oggi a Repubblica Luca Poma, capo economista di Nomisma. «Le bollette incidono più di qualunque altra voce e l’energia pesa molto sul ceto medio, comprimendo il potere di acquisto e zavorrando i consumi», aggiunge Fedele De Novellis, economista di Ref.


Le conseguenze economiche della guerra

Assoutenti ieri ha monitorato i listini ufficiali energetici per capire come l’invasione dell’Ucraina abbia avuto effetti sui mercati. «In base agli ultimi dati acquisiti da Gme (Gestore mercati energetici) il Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica balza a quota 284,29 euro/MWh, contro i 218 euro/MWh di stamattina, con un rincaro di 66 euro pari al +30,3%», fa presente il presidente Furio Truzzi. Le quotazioni Ttf del gas naturale, si impennano da 88 MWh di ieri agli attuali 135 euro/MWh, in crescita di 47 euro pari al +53,4%. E potrebbero portare ad aprile ad un aumento abnorme delle tariffe di luce e gas. E quindi agli aggravi record del 2021 su luce e gas per una famiglia tipo – 1.761 euro medi, calcolati dall’Arera – ora potrebbero sommarsi anche più dei 1.008 euro previsti dall’Unione nazionale dei consumatori per il 2022.


Poi ci sono pane e pasta. I prezzi del grano sono al top da 9 anni. «Si tratta di un massimo storico», ha detto ieri all’agenzia di stampa Agi Michel Portier, dell’azienda Agritel al termine di una giornata durante la quale i prezzi del grano e del mais, di cui l’Ucraina è rispettivamente il quinto e quarto esportatore mondiale, sono volati via in apertura, dopo l’inizio dell’invasione russa. In giornata il mais che ha toccato i 285 euro per tonnellata, in rialzo di 17 euro (+6%) nelle ultime 24 ore. Per il grano tenero «siamo su livelli record per i contratti a scadenza a maggio e marzo», ha spiegato Damien Vercambre, dell’azienda Inter-Courtage. Ieri il prezzo di una tonnellata di grano è schizzato alle stelle a 344 euro al mattino per poi ripiegare. L’Ucraina rappresenta circa il 12% delle esportazioni mondiali di grano.

L’import e l’export

Ci sono poi i problemi che investiranno le imprese che esportano. Repubblica fa sapere che la guerra congela ufficialmente 27 miliardi di interscambio tra Russia e Ucraina. L’export vale 9,8 miliardi mentre l’import pesa per 17,3 miliardi. L’Italia è il quarto Paese esportatore dell’Ue sul mercato russo. Andrea Monticini, docente di econometria all’Università Cattolica, in un’intervista con l’Ansa punta anche il dito sull’aumento dello spread tra Btp e Bund e delle materie prime, con conseguente diminuzione dei consumi delle famiglie italiane. Nel breve termine l’economista pronostica un aumento dell’incertezza e quindi della volatilità dei prezzi. Soprattutto dell’energia. Ma da questo punto di vista l’Italia sta lavorando al raddoppio della produzione nazionale fino a 5 miliardi di metri cubi l’anno.

Intanto gli stoccaggi dicono che le scorte sono quasi a zero e il problema si porrà ad aprile, quando dovranno cominciare i riempimenti in vista della primavera. Nel breve termine ci si attende una diminuzione dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese, con il conseguente rallentamento della ripresa economica in atto. Le materie prime agricole nella borsa di riferimento Matif di Parigi ieri hanno registrato in incremento di 47 euro in più a tonnellata per il grano tenero (+16%) e 30 euro per il mais (+12%).

La benzina

Intanto già oggi i prezzi della benzina cominciano a correre. La rilevazione di Staffetta Quotidiana certifica che Q8 ha aumentato di tre centesimi al litro i prezzi di benzina e gasolio, mentre per Tamoil il rialzo è stato di un centesimo al litro. Secondo quanto scrive l’AdnKronos, le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti indicano: benzina self service a 1,859 euro/litro (+2 millesimi, compagnie 1,868, pompe bianche 1,837), diesel a 1,733 euro/litro (+2, compagnie 1,740, pompe bianche 1,717). Benzina servito a 1,986 euro/litro (+3, compagnie 2,036, pompe bianche 1,890), diesel a 1,865 euro/litro (+3, compagnie 1,915, pompe bianche 1,770). Gpl servito a 0,818 euro/litro (invariato, compagnie 0,825, pompe bianche 0,810), metano servito a 1,776 euro/kg (+1, compagnie 1,814, pompe bianche 1,747), Gnl 2,146 euro/kg (+3, compagnie 2,156 euro/kg, pompe bianche 2,139 euro/kg).

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