Pregliasco: «Mi chiamano di notte per dirmi che sanno dove abito, ma io vado avanti»

Il ricercatore di virologia: «Non sa quante volte sento dire “chissà quanto ci ha guadagnato andando in tv”»

Il professor Fabrizio Pregliasco, ricercatore di virologia alla Statale di Milano, parla oggi in un colloquio con La Stampa della busta con proiettili e minacce ricevuta qualche giorno fa: «Ultimamente è stato un crescendo di minacce e insulti sui social. Su un canale Telegram No Vax hanno anche avuto la bella idea di mettere il mio numero di telefono, dove adesso ricevo chiamate minacciose giorno e notte. Qualcuno l’ha fatta pure in chiaro». Lo chiamano «per insultare o dirmi che sanno dove abito io e dove i miei cari, che verranno a ucciderci. Devo dire che la situazione è peggiorata quando è stato introdotto il Super Green Pass e le altre restrizioni per i non vaccinati. È stato un momento di rottura che ha finito per esacerbare gli animi». E secondo il professore «qualche responsabilità ce l’hanno anche i cattivi maestri, che senza conoscenze scientifiche sono andati in tv a inculcare dubbi e paure sui vaccini solo per mettersi in mostra. Ma c’è anche un’invidia sociale diffusa. Uno recentemente mi ha detto: “adesso che non c’è più il virus vieni farmi da dog sitter”. Non sa quante volte sento dire “chissà quanto ci ha guadagnato andando in tv”».


Mentre lui non è tra i virologi che chiedono compensi per andare il televisione. «Ma quando mai. Insegno medicina preventiva e quindi anche educazione alla salute. Fa parte del mio lavoro. E poi, guardi, una certa notorietà mediatica l’avevo anche prima del Covid perché sono trent’anni che mi occupo di virus respiratori». Infine, due parole sull’idea del governo di togliere il Super Green pass dal primo aprile: «La situazione ci consente di chiudere la fase di emergenza. Ma le riaperture devono essere progressive. Quindi va bene togliere il Green Pass all’aperto, ma per ora teniamolo al chiuso insieme alle mascherine. Altrimenti rischiamo di fare come in Gran Bretagna dove dopo aver aperto i rubinetti di colpo i contagi sono raddoppiati a quota 60 mila. Fino ad ora la via italiana della gradualità si è rivelata vincente. Non vedo perché dovremmo abbandonarla».


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