Le regole di Pregliasco per il cenone di Natale: tampone, limiti di persone a tavola e niente abbracci

Il virologo: il cenone è un comportamento rischioso, meglio garantire almeno 2 metri quadri a persona

Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in un’intervista a La Stampa oggi fornisce alcuni consigli per passare il Natale in sicurezza. Mentre il governo si appresta a varare il nuovo decreto, che conterrà anche alcune raccomandazioni per le feste, il dottore spiega prima di tutto che il cenone vero e proprio quest’anno, come quello scorso, andrebbe evitato. Perché un comportamento rischioso è proprio quello di «mischiare molti nuclei diversi, non conviventi». Anche se dipende molto dagli spazi disponibili, «sarebbe buono garantire almeno 2 metri quadrati a persona e non andare comunque oltre gli 8-10 commensali».


L’areazione del locale e le mascherine

Pregliasco dice che è meglio assicurarsi che gli invitati siano vaccinati. Soprattutto se tra gli ospiti ci sono persone fragili: «In quel caso tutti vaccinati e magari con il tampone fatto il giorno stesso». E pazienza se questo provocherà qualche fila in farmacia, come sta già succedendo. Quando non si sta mangiando, poi, bisognerebbe indossare la mascherina: «meglio se Ffp2, e rappresenta comunque un’ulteriore barriera di fronte al virus. Quindi, se si resta 2 o 3 ore insieme in un salone chiuso, tra persone non conviventi, «è meglio tenerla prima e dopo il pasto, mentre si chiacchiera o si scartano i regali». Per quanto riguarda le finestre, non serve tenerle sempre aperte, basta assicurare un regolare ricambio dell’aria: «Ricordarsi di aprirle almeno 5 minuti ogni ora, se non fa troppo freddo anche un po’ di più». Anche perché «l’85% delle infezioni avviene tramite «droplet» o aerosol».


Bisogna poi fare attenzione agli oggetti che ci si passa a tavola: «il restante 15% dei contagi si verifica per trasmissione indiretta: mi tocco il naso e poi, con la mano contaminata, passo l’olio a un parente». E quindi «meglio evitare buffet e posate da portata condivise, meglio optare per l’impiattamento diretto, come al ristorante». Eliminare gli abbracci riduce il rischio, spiega ancora il virologo, soprattutto in presenza di anziani e persone fragili. Mentre per quanto riguarda i ricoverati nelle Rsa, per Pregliasco è meglio che non partecipino al pranzo di Natale: «Capisco il dispiacere, ma è meglio aspettare un momento più favorevole dal punto di vista epidemiologico». Se proprio non si vuole rinunciare alla visita, «serve massima attenzione, perché è una responsabilità nei confronti dei propri cari e della comunità di cui fanno parte».

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