La cantante ucraina Jamala, vincitrice dell’Eurovision: «L’Europa ci aiuti, ogni minuto vale una vita»

Ha trionfato nell’edizione del 2016 con un brano che parlava dell’occupazione di Stalin

La cantante ucraina Jamala, che ha vinto l’Eurovision nel 2016, parla con La Stampa della situazione del suo paese in guerra e fa un appello all’Europa. Lei è figlia di un tataro di Crimea e di una armena e da sempre mescola pop e politica. Ma ha lasciato Kiev «nel momento stesso in cui questa catastrofe è iniziata. L’evacuazione dei bambini è stata decisa subito, nel primo giorno di bombardamenti. Mio figlio ha 4 anni, mi sono messa in macchina e sono arrivata fino a Ternopil, da lì ho aspettato il momento migliore per superare il confine con la Romania e a quel punto, aiutati da amici, abbiamo proseguito fino alla Turchia sempre in auto. Lasciare la mia casa, le persone che amo, è stata la decisione più dura della vita». Poi parla del brano 1944, che racconta dell’invasione di Stalin: «È l’essenza della competizione, si rappresenta davvero l’anima del proprio Paese, il modo in cui essere visti oggi. Per noi dire chi siamo e dove stiamo era ed è un’urgenza. “1944” adesso è un inno: l’Europa ha giurato “mai più” quando ha firmato la pace dopo la seconda guerra Mondiale, la canzone riporta a galla la promessa. La urla». Infine, una previsione sulla guerra: «Se la nostra gente non avrà una protezione area o i mezzi per gestirne una in proprio non potrà reggere a lungo. Difendiamo la terra con l’orgoglio e il coraggio, non ci è data altra possibilità, non abbandoneremo casa nostra, non la tradiremo. Non aspettate ad aiutarci perché ogni minuto vale una vita».


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