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Il magnate del petrolio dietro i 40 mila “volontari” dalla Siria per Putin. E il Cremlino ribalta: «È Kiev a reclutare jihadisti» – Il video

Secondo l'Osservatorio per i diritti umani, i miliziani si sarebbero iscritti dietro la promessa di un salario e privilegi

Il vice ministro degli Esteri russo Oleg Syromolotov sostiene che l’Ucraina abbia reclutato jihadisti dell’Isis e di altre organizzazioni estremiste islamiche in Medio Oriente per farli combattere contro le truppe di Mosca. Le dichiarazioni arrivano in risposta alle accuse di Kiev, secondo cui il Cremlino avrebbe arruolato 16mila membri dell’Isis a sostegno dell’invasione ordinata da Putin. E mentre prosegue il botta e risposta tra le autorità dei Paesi in guerra, la tv russa Zvezda – di proprietà del ministero della difesa di Mosca, diffonde un video i cui protagonisti vengono presentati come «volontari» siriani che vogliono andare nel Donbass per combattere contro i nazionalisti ucraini. Dopo l’annuncio di Serghei Shoigu, il ministro della Difesa russo che aveva comunicato l’arrivo di 16 mila miliziani dal Medio Oriente a sostegno dell’invasione in Ucraina, sono stati aperti uffici di arruolamento nella regione di Dayr az Zor (a Est della Siria) dalle autorità russe e siriane. E fino ad ora avrebbero raccolto 40mila iscrizioni, secondo quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani, che però precisa: non si tratta di «volontari», ma di combattenti che si sono iscritti dietro la promessa di ricevere «un salario e privilegi».

L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha aggiunto inoltre che dietro la coscrizione ci sarebbe la mediazione di Husam Qaterji, imprenditore siriano che gestisce il traffico di petrolio greggio e altre materie prime dalla Siria orientale alle altre zone del paese, e ha stretti legami con i rappresentanti russi in Siria da un lato e con il governo centrale di Damasco dall’altro. Oltre ai miliziani, la Russia dovrebbe ricevere più di 110 tonnellate di aiuti umanitari dal governo siriano. Il sostengo da Sud si aggiunge a quello della Cecenia del dittatore Ramzan Kadyrov, che si è schierato al fianco di Mosca dopo pochi giorni dall’inizio dell’invasione in Ucraina.

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