No! Quelli in Ucraina non sono laboratori militari per la guerra biologica

I laboratori ucraini per la produzione di armi biologiche esistono solo negli uffici della propaganda russa, almeno dal 2018

L’europarlamentare Francesca Donato ha dato credito recentemente in un tweet a una delle dieci bufale della propaganda russa segnalate in un recente report di NewsGuard. La bufala che circola da un po’ di tempo anche su Facebook proviene proprio da uno degli oltre 100 siti collegati a Mosca, ovvero Russia Today. Parliamo della storia secondo cui esisterebbero laboratori biochimici militari in Ucraina, controllati dagli Stati Uniti. La prova sarebbe un filmato dove il Governo americano ne confermerebbe l’esistenza. Ma, come avevamo già spiegato in un precedente articolo, quei laboratori nessuno li vuole nascondere, fanno parte infatti del Biological Threat Reduction Program (BTRP) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Vi collaborano vari altri Paesi alleati, ed è finalizzato alla ricerca anche contro le malattie infettive e le minacce biologiche. Dopo due anni di pandemia dovrebbe essere noto che questo genere di strutture esistono in tutto il mondo.

Per chi ha fretta:

  • Non ci sono prove della presenza di laboratori per la guerra biologica in Ucraina.
  • Esiste dal 2005 un programma con compiti analoghi a quelli dei Cdc americani, volto anche a prevenire le minacce biologiche.
  • Il pericolo manifestato nel video decontestualizzato è quello che siano i russi a fare un uso bellico di tali laboratori.
  • La ricerca contro le minacce biochimiche coinvolge da decenni i laboratori di tutto il mondo.

Analisi

Riportiamo di seguito le affermazioni della europarlamentare Donato:

I “debunkers” avevano bollato come “false flags” le notizie sui biolaboratori in Ucraina, fornite dal governo russo. Invece oggi gli USA hanno confermato.

Parallelamente SkyNews riporta in un tweet la clip di un notiziario russo, che fa riferimento alle dichiarazioni di una portavoce del ministero degli Esteri russo, la quale sembra riferirsi alla medesima narrazione:

Una portavoce del ministero degli Esteri russo afferma che gli Stati Uniti stanno portando avanti programmi biologici in Ucraina. Afferma che la Russia ha visto documenti a sostegno della loro affermazione secondo cui gli Stati Uniti ospitano componenti di armi biologiche vicino al confine tra Ucraina e Russia.

Di cosa si tratta realmente

Il filmato condiviso da Donato fa riferimento all’intervento avvenuto martedì scorso, dell’alto funzionario del dipartimento di Stato americano Victoria Nuland, durante una audizione al Senato.

L’Ucraina ha strutture di ricerca biologica – continua Nuland -, percui ora siamo piuttosto preoccupati che le truppe russe possano cercare di ottenerne il controllo.

Il riferimento è ai laboratori per la ricerca sulle malattie infettive cui accennavamo sopra. Del caso si sono già occupati i colleghi di Facta e Politifact. Il pericolo denunciato è che siano i russi a farne un uso differente.

Durante l’audizione interviene il senatore Marco Rubio, il quale fa notare l’uso propagandistico della presenza di questi laboratori, manifestando il timore che tali narrazioni siano una copertura di ciò che potrebbero fare i russi:

Non ho dubbi nella mia mente, senatore – ha risposto Nuland -. Ed è una classica tecnica russa dare la colpa all’avversario per quello che stanno pianificando di fare loro stessi.

Una vecchia narrazione

Questa narrazione circola fin da prima dell’invasione russa. Era stata peraltro smentita dai servizi di sicurezza ucraini nel maggio 2020. Prima ancora CodaStory raccontava le origini di questa bufala propagandistica già in un articolo del 2018. Del resto il Biological Threat Reduction Program esiste fin dal 2005, ed era stato creato anche per prevenire minacce di distruzione di massa. Leggiamo il primo articolo del documento fondativo:

Al fine di assistere […] nella prevenzione della proliferazione delle tecnologie, dei patogeni e delle competenze che si trovano presso l’Istituto di Ricerca Scientifica di Epidemiologia e Igiene (Lviv), l’Istituto di Ricerca Scientifica Anti-Plague di Ulaanian (Odessa), il Centro Sanitario Stazione epidemiologica (Kiev) e altre strutture a […] identificate dal Ministero della Salute dell’Ucraina, […], previa disponibilità di fondi stanziati a tale scopo, in conformità con i termini del presente Accordo.

Un rappresentante del Control Association Board of Directors, Andy Weber, ha affermato in una intervista riportata da Politifact il 24 febbraio 2022 che tale programma «ha fornito supporto tecnico al Ministero della salute ucraino dal 2005 per migliorare i laboratori di salute pubblica, la cui missione è analoga ai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie […] Questi laboratori hanno recentemente svolto un ruolo importante nel fermare la diffusione della COVID-19».

Differenza tra prevenzione e produzione delle minacce biologiche

Il professore associato e direttore del Biodefense Graduate Program presso la Mason University’s Schar School of Policy and Government, Gregory Koblentz, spiega a Open come mai la narrazione russa dei laboratori di armi biologiche in Ucraina potrebbe essere la prima fase di una manovra volta ad attribuire alla Nato un’eventuale minaccia biologica del tutto inventata.

«Questi laboratori vengono utilizzati per diagnosticare e condurre ricerche su malattie endemiche in Ucraina – spiega Koblentz -, non sono progettati o destinati all’uso per condurre ricerche sulle armi biologiche. La preoccupazione non è se la Russia li prenderà in consegna e li utilizzerà per sviluppare armi biologiche. Mosca dispone già di tre grandi strutture di microbiologia militare che utilizza per condurre ricerca e sviluppo sulle armi biologiche. Invece, la preoccupazione è che la Russia diffonda “prove” fabbricate in quei laboratori e affermi di aver scoperto un programma segreto USA-Ucraina per sviluppare armi biologiche. Naturalmente, tale affermazione sarebbe una sciocchezza».

«L’unico modo in cui questi laboratori potrebbero rappresentare un pericolo sarebbe se venissero bombardati, saccheggiati o occupati e individui ignari si infettassero accidentalmente con un campione di patogeno rimanente – continua l’esperto -, che si trovava sul posto ma non più conservato correttamente. L’Oms ha detto all’Ucraina di distruggere i campioni di agenti patogeni ad alto rischio nei loro laboratori per questo motivo».

«Gli Stati Uniti e l’Ucraina sono stati trasparenti sul tipo di ricerca sulla salute pubblica condotta in questi laboratori – conclude Koblentz -, come potete vedere sul sito web dell’ambasciata statunitense. Il Dipartimento della Difesa ha appena pubblicato una nuova scheda informativa in cui spiega la sua assistenza all’Ucraina in questo settore. Il BTRP rafforza la salute e la sicurezza biologica nei laboratori di tutto il Mondo e sviluppa la capacità di questi laboratori nel diagnosticare e studiare le malattie che rappresentano una minaccia per la salute pubblica in quei Paesi. Dall’inizio della COVID-19, il programma ha anche aiutato questi Paesi a rispondere alla Pandemia fornendo kit diagnostici, eccetera».

Conclusioni

Non esistono laboratori militari dediti alla produzione di armi biologiche in Ucraina. Gli Stati Uniti in collaborazione con altri Paesi della Nato coordinano il Biological Threat Reduction Program, fondato nel 2005 allo scopo di prevenire le malattie infettive e gli attacchi biologici. La storia secondo cui si tratterebbe di un programma per la produzione di armi biologiche è stata creata ben prima dell’invasione dalla propaganda russa. Il pericolo a cui fa riferimento la portavoce del Dipartimento di Stato americano è legato piuttosto al concreto rischio che siano i russi a farne un uso letale per gli ucraini.

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