L’esercito della propaganda russa contro l’Ucraina, il Cremlino può contare su oltre 100 siti. Anche con finti fact-checking – Il report

Nella guerra parallela sul web, le informazioni controverse filo-russe durante il conflitto ucraino vengono propagate da una grande quantità di siti fiancheggiatori del Cremlino, spesso travestiti da siti di fact-checking

Secondo un report del Centro di monitoraggio della disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina diffuso da NewsGuard, la propaganda di Mosca si starebbe avvalendo di oltre un centinaio di siti Web, che spesso diffondo fake news travestite da articoli di fact-checking, come avevamo cominciato a notare in un nostro recente articolo.


La Russia utilizza diverse strategie per introdurre, amplificare e diffondere narrazioni false e distorte in tutto il mondo – continuano gli autori -, servendosi di un insieme di media statali ufficiali, siti web, account anonimi e altri metodi per diffondere propaganda che promuove gli interessi del Cremlino e mina i suoi avversari.


Come catena di distribuzione vengono utilizzate le principali piattaforme Social, con buona pace dei tentativi da parte di alcune, di arginare la disinformazione. Le principali sono YouTube, Facebook, Twitter e TikTok. NewsGuard parla proprio di siti «finanziati e gestiti» dal Cremlino.

Una macchina di propaganda che opera almeno dal 2018

Non si tratta nemmeno di una novità. Questo fenomeno viene monitorato almeno dal 2018. Ne abbiamo avuto vari indizi fin da prima che emergesse la Covid-19, quando i troll russi polarizzavano l’opinione pubblica occidentale su Twitter, seminando fake news sui vaccini. Oppure quando, in piena corsa ai vaccini Covid, un report dell’Intelligence Anglo-americana aveva suggerito che dietro diversi attacchi informatici ai danni delle case farmaceutiche, vi fossero proprio hacker vicini a Mosca. Per non parlare di tutte le volte in cui grossi media filo-russi, come Sputnik News, hanno fatto eco ad autentiche macchine del fango, contro chi chiedeva chiarimenti riguardo agli studi sul vaccino Sputnik V.

Nel 2020 – continua NewsGuard -, il Global Engagement Center del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, citando i report e i dati di NewsGuard, ha delineato le componenti chiave delle azioni di propaganda del Cremlino nel suo rapporto Pillars of Russia’s Disinformation and Propaganda Ecosystem.

Stiamo parlando quindi di una rete di siti Web ben oliata e pre-esistente l’attuale conflitto in Ucraina. A questi si uniscono i siti di Stato veri e propri, impegnati nel diffondere narrazioni distorte sull’invasione in atto. Al momento sono in tutto 116 i domini, che secondo NewsGuard sono attivi nel portare avanti la propaganda filo-russa. Tra i tre siti più influenti troviamo due nostre vecchie conoscenze: la già citata Sputnik News e Russia Today; La terza è Tass.

Come riconoscere i siti che fanno un vero Fact-checking indipendente

Per chi fosse a digiuno, ricordiamo che esiste una rete internazionale di siti Web dediti al Fact-checking vero e proprio, quella dell’International Fact-checking Network (IFCN), a cui fa parte anche Open. Potete accertarvi se le pagine di Fact-checking sulla questione Russo-Ucraina che visitate, fanno parte di questo circuito, a garanzia dell’indipendenza del lavoro degli autori.

  • Trovate qui tutti i siti dell’IFCN in ordine alfabetico.
  • Restando ai siti di lingua italiana consigliamo in ordine casuale Il Post, Butac (Bufale un tanto al chilo), Facta, Valigia Blu , Bufale e dintorni e Giornalettismo.

Le 10 principali bufale della propaganda russa

NewsGuard stila inoltre una lista delle dieci principali bufale diffuse dalla macchina di propaganda del Cremlino. Di alcune ci eravamo occupati anche noi nel progetto Open Fact-checking.

  • Il presunto genocidio nel Donbas. L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione, hanno smentito questa narrazione, definendo le accuse come «falsità riprovevoli». È difficile attuare uno sterminio di massa, senza che i funzionari – i quali hanno libero accesso alle strutture controllate dall’Ucraina -, se ne siano accorti. Al contrario risultano diversi abusi da parte dei cosiddetti «separatisti». Trovate un nostro articolo sul tema per approfondire.
  • I sabotatori ucraini nel Donetsk. No! Il video è stato manipolato e non c’è modo di verificare che si tratti di una provocazione del Governo ucraino. Trovate maggiori approfondimenti qui.
  • Il bombardamento di un asilo a Lugansk. I siti di propaganda hanno accusato gli ucraini di aver bombardato un asilo nel villaggio di Novaya Kondrashovka, situata nella repubblica separatista di Lugansk. In realtà gli attacchi provenivano proprio dalla zona occupata dai separatisti russi. Leggete qui per approfondire.
  • Nessun attacco russo a obiettivi civili? Non sembra proprio. Tali violazioni sono state documentate da Amnesty International.
  • Il Governo ucraino protegge gruppi neonazisti. È un po’ come affermare che Joe Biden sostiene il Ku Klux Klan. Movimenti di estrema destra esistono ovunque, anche in Ucraina, ma sono minoritari e non certo coevi al Governo.
  • L’Occidente ha sostenuto un golpe in Ucraina nel 2014. Per la verità la popolazione si è ribellata all’allora presidente Viktor Yanukovich. Parliamo della «rivoluzione Maidan», monitorata dai colleghi di BBC, Associated Press e New York Times. Oggi il Paese è una democrazia, tanto che si sta pensando di farla entrare nell’Unione europea, anche se allo stato attuale questa opzione è poco probabile.
  • Le armi biochimiche americane. Proprio così, secondo questa narrazione gli Stati Uniti avrebbero una rete di laboratori biochimici in Europa orientale. Si tratta in realtà del Biological Threat Reduction Program del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Vi collaborano vari altri Paesi alleati, ed è finalizzato alla Ricerca contro le malattie infettive. Quel genere di cose che ha aiutato anche la Russia a sviluppare in tempi brevi un vaccino contro la Covid-19.
  • La base Nato a Odessa. La Costituzione ucraina vieta la presenza di basi straniere nel suo territorio. Chi sostiene questa narrazione non fornisce alcuna prova. Secondo le Nazioni Unite «le navi della NATO operano regolarmente nel Mar Nero, in conformità con il diritto internazionale, di solito pattugliando le acque per circa due terzi dell’anno».
  • L’unione legale della Crimea alla Russia. Nel marzo 2014 il primo ministro separatista Sergei Aksyonov a seguito dell’occupazione russa indisse un referendum che sancì l’annessione. Ma tutto questo non era per niente legale: prima di tutto perché la consultazione è avvenuta durante una occupazione militare; e poi perché non tutti gli aventi diritto hanno potuto recarsi alle urne.
  • L’Ucraina è un’invenzione della Russia sovietica? Questa narrazione non trova accoglimento nella Comunità degli storici. Ne abbiamo parlato anche qui. Si tratta di una invenzione di Vladimir Putin. Parla di «Russia storica», nata nel 1721, senza considerare che Kiev è stata addirittura prima di Mosca, senza contare il periodo in cui l’Ucraina era sotto il controllo dei Mongoli. L’Ucraina storicamente più antica di Kiev, scompare dal suo discorso. Senza contare che il nazionalismo ucraino esiste da almeno la metà del XIX Secolo.

Foto di copertina: Pexels | Opera dell’americano Shepard Fairey.

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