I senatori ex M5s chiedono di fermare il boicottaggio degli atleti russi ma scambiano la Corea del Nord con quella del Sud

L’atto di sindacato ispettivo di Morra, Lannutti, Lezzi e altri: la richiesta di fermare le armi all’Ucraina e la gaffe

Un atto di sindacato ispettivo dei senatori Lannutti, Morra, Lezzi, Giannuzzi, Angrisani, Crucioli, Granato, Moronese, Abate, Mantero e Botto, tutti ex MoVimento 5 Stelle, chiede al governo italiano di fermare l’invio di armi all’Ucraina e di impegnarsi per cancellare la penalizzazione dello sport russo, escluso dalle competizioni internazionali. Ma nel testo porta come esempio della Corea del Nord, confondendo il luogo in cui si svolsero le Olimpiadi invernali del 2018. A notarlo su Twitter è stato il giornalista del Foglio Luciano Capone. Nel testo si chiede di sapere: «se il Governo non ritenga di dover recedere dalla fornitura di armi all’Ucraina, adoperandosi per soluzioni diplomatiche e per il rafforzamento del dialogo che porti alla de-escalation del conflitto, auspicato in primis da papa Francesco; se non ritenga urgente contribuire al rafforzamento del dialogo tra le parti, diretto alla cessazione della guerra, più che a decisioni atte ad inasprire le ostilità; se non ritenga giusto separare lo sport e la cultura dalla politica, facendo sì che le azioni politiche non si trasformino in una persecuzione ideologica; se non ritenga necessario far cessare lo stato di emergenza, ingiustificato sia dal punto di vista pandemico sia da quello bellico, per poter finalmente far riprendere un Paese allo stremo; se non ritenga giusto lavorare per rispettare gli accordi internazionali presi oltre 30 anni or sono, che garantivano la sicurezza della Russia attraverso il non allargamento della NATO nell’Europa dell’est».


Poi, la gaffe: «Perfino la norma consolidata (anche se non scritta) che separa rigidamente la politica dallo sport è stata calpestata, portando alla decisione di escludere le squadre russe di club e nazionali, e singoli atleti, da tutte le competizioni internazionali. Tanto per mostrare l’assurdità di questa decisione, il boicottaggio sportivo non accadde nemmeno quando l’Italia andò a giocare la finale di coppa Davis nel Cile di Pinochet fresco di golpe; l’intero consesso sportivo mondiale partecipò nel 2018 alle olimpiadi di Pyongyang, proprio nel periodo in cui la Corea del Nord era stata accusata da tutti gli organismi internazionali di violare i diritti umani e di voler scatenare una guerra globale grazie agli esperimenti nucleari che stava conducendo; le squadre e gli sportivi statunitensi e britannici non vennero esclusi da nessuna competizione dopo che quei due Paesi invasero illegalmente l’Iraq nel 2003; e più in generale una decisione del genere non è stata mai presa da nessuna federazione sportiva internazionale». Ma quelle Olimpiadi si svolsero invece a PieongChang, nella Corea del Sud.


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