Decreto taglia prezzi e il caso Kaspersky, il governo: «Eviteremo i software russi nella Pubblica amministrazione»

Il governo italiano intende diversificare l’utilizzo dei sistemi informatici. Garofoli: «Faremo meno affidamento sui prodotti che arrivano dalla Russia»

Lo aveva già anticipato Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale. I dubbi su Kaspersky erano diventati troppi e il Consiglio dei ministri stava lavorando a una norma per bandire l’antivirus da tutti i sistemi della pubblica amministrazione. Ora quella norma è arrivata nella bozza del decreto sull’energia discusso nelle ultime ore a Palazzo Chigi. Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha parlato durante la conferenza stampa tenutasi al termine del Consiglio dei ministri della necessità di fare sempre meno affidamento ai prodotti che arrivano dalla Russia a seguito della guerra in Ucraina. Negli scorsi giorni anche le autorità nazionali che si occupano di cybersecurity in Francia e Germania avevano preso decisioni simili. Nello specifico la norma che taglia fuori Kaspersky dalla pubblica amministrazione viene descritta nell’Articolo 28, dove si legge:


«Al fine di prevenire pregiudizi alla sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle ammministrazioni pubbliche […] derivanti dal rischio che le aziende produttrici di prodotti e servizi tecnologici di sicurezza informatica legate alla Federazione Russa non siano in grado di fornire servizi e aggironamenti ai propri prodotti […] in conseguenza della crisi in Ucraina, le medesime amministrazioni procedono tempestivamente alla diversificazione dei prodotti in uso»


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