Usa, nuove sanzioni alla Cina contro la repressione delle minoranze: «Stop al genocidio nello Xinjiang»

Il segretario di Stato Blinken ha ribadito a Pechino la richiesta di «mettere fine ai crimini contro l’umanità» contro uiguri, kazaki e altre minoranze

Nuova serie di sanzioni da parte degli Stati Uniti contro i dirigenti cinesi a causa della repressione applicata nei confronti di minoranze etniche e religiose, sia dentro che fuori il Paese. Ad annunciarlo è il segretario di Stato Usa Antony Blinken, alla vigilia della visita in Europa del capo della Casa Bianca Joe Biden. Nel comunicato, diffuso dal dipartimento di Stato, non viene specificato nei confronti di chi saranno effettive le nuove sanzioni, né in cosa consistono con esattezza. Per il momento, Blinken ha ribadito nero su bianco al governo di Pechino la richiesta degli Usa di «mettere fine al genocidio e ai crimini contro l’umanità» nello Xinjiang, regione autonoma della Cina nordoccidentale dove il governo cinese è accusato di mettere in atto forme di repressione e tortura contro uiguri, kazaki e altre minoranze. Anche il segretario di Stato della precedente presidenza Trump, Mike Pompeo, aveva condannato le politiche di sicurezza in atto nella regione cinese e aveva usato la parola «genocidio» per riferirvisi. «Gli autori di violazioni dei diritti umani devono continuare ad affrontarne le conseguenze – scrive Blinken in un tweet -. I funzionari della Repubblica popolare cinese hanno tentato di intimidire, molestare e reprimere dissidenti e difensori dei diritti umani all’interno e all’esterno della Cina». Per quanto riguarda invece la guerra in Ucraina, fino a questo momento la Casa Bianca non è riuscita a convincere Pechino a condannare il Cremlino per l’offensiva in atto sul paese del 24 febbraio.


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