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Caso Report, la Rai “assolve” Ranucci: «Nessun dossieraggio o pagamento irregolare». Sulle chat il giornalista fa mea culpa

02 Aprile 2022 - 16:52 Redazione
Si chiude l'istruttoria sul dossieraggio e sui compensi che ha coinvolto la trasmissione d'inchiesta. Ma la Rai striglia Ranucci per le chat con Ruggeri: «Osservi i principi etici dei giornalisti»

Si è conclusa l’istruttoria dell’Internal Audit sulla presunta attività di dossieraggio e sui presunti pagamenti irregolari di alcuni servizi televisivi di Report, trasmissione in onda su Rai 3 e condotta da Sigfrido Ranucci. In una nota diffusa dalla Rai, si legge che: «Con riferimento alle asserite acquisizioni di filmati con pagamenti irregolari e all’attività di dossieraggio, dopo una attenta e puntuale disanima riferita agli anni 2013-2021, la segnalazione non ha trovato alcun riscontro». Ranucci è stato però “strigliato” per un’altra vicenda, relativa all’invio di messaggi WhatsApp di fuoco al commissario di Vigilanza Andrea Ruggeri. Lo scambio in chat era avvenuto a seguito di una lettera anonima che accusava Ranucci di molestie sessuali in redazione (accuse poi rivelatesi infondate).

«Quanto al contenuto dei messaggi scambiati con componenti la Commissione parlamentare per l’Indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi», scrive la Rai, «l’Azienda, alla luce dell’accertata violazione del Codice Etico e valutate le circostanze, ha proceduto al formale richiamo del dottor Ranucci all’osservanza dei principi etici e di comportamento aziendali, nonché dei doveri deontologici cui sono tenuti i giornalisti del servizio pubblico».

Quello della Rai secondo il conduttore di Report è stato: «un audit rigorosissimo» ha scritto in un post su Facebook. «Sono andati a vedere 10 anni di storia di Report e hanno trovato tutti i conti in ordine, perché ho sempre pensato che questo modo di procedere fosse una forma di rispetto verso il cittadino che paga il canone». A proposito della vicenda delle chat su cui la Rai ha richiamato il giornalista, Ranucci fa mea culpa: «È giusto, chi sbaglia paga. Come sempre mi assumo le responsabilità di quello che faccio. Sarebbe bello lo facessero tutti quando succede».

Immagine di copertina: ANSA/CLAUDIO ONORATI

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