Turista morta «perché il 118 non parla inglese»: diffuso l’audio della telefonata, ma per l’accusa è stato tagliato – Il video

Secondo l’accusa, i soccorsi sarebbero arrivati in ritardo a causa di incomprensioni linguistiche con gli operatori

«Se i soccorsi fossero arrivati in tempo Janna sarebbe ancora viva»: è questa la denuncia di Michael Douglas, il compagno della ragazza morta a pochi metri dal mare di Focene. Secondo il ragazzo, il ritardo letale sarebbe dovuto a problemi nelle comunicazioni – almeno due chiamate da dieci minuti, a suo dire – per trovare un operatore in grado di parlare in inglese e giungere sul posto per portare Janna in salvo. La Regione Lazio ha rigettato le accuse, sostenendo che «la telefonata di emergenza del giorno 20.01.2022 delle ore 15.39 è stata subito gestita correttamente in lingua inglese ed è stato geolocalizzato l’intervento con le coordinate di latitudine e longitudine», e aggiungendo che la telefonata non sarebbe durata dieci minuti ma due. Come prova, il contenuto audio della chiamata concesso dalla Centrale operativa del numero unico dell’emergenza è stato diffuso dalla Regione, ed è possibile ascoltarlo nel video in apertura. Subito dopo la risposta dell’operatore del 112, si sente il ragazzo di Janna chiedere: «Hello, can you speak english?». Immediatamente, l’operatore ribatte: «Yes, what happened?». Il tempo di comunicare il luogo dove la ragazza ha avuto un malore (l’Havana Beach di Fiumicino), e poi il ragazzo viene messo in attesa la telefonata passa a un altro operatore, una donna a cui viene riferito: «Utente inglese con traduttore per ambulanza a Fiumicino».


I dubbi sull’audio diffuso dalla Regione

L’audio diffuso dura effettivamente due minuti: secondo il fidanzato di Janna «è stato tagliato». Rivolgendosi nuovamente a Repubblica, che per prima aveva lanciato la notizia, Douglas afferma: «Manca tutto il resto della conversazione. Dopo quei due minuti ho continuato a parlare con gli operatori. Mi hanno chiesto di usare il mio gps per far sì che potessero geolocalizzare la chiamata. E l’ho fatto. Gli ho detto di richiamarmi se ci fossero stato problemi a trovarci, non mi hanno mai richiamato, fino a che io, alle 16,10, quando ho visto che l’ambulanza non arrivava, ho ritelefonato». Il ragazzo ha anche condiviso uno screenshot del suo registro chiamate, dove figurano due Outgoing calls da dieci minuti ciascuna: la prima partita alle 15.39, la seconda alle 16.10. Il file condiviso dalla Regione, invece, dopo due minuti si interrompe.


Il viaggio di Michael e Janna e il malore improvviso

Michael e Janna, 34 e 25 anni, erano partiti insieme dal nord della Baviera lo scorso novembre e avevano in programma di prendere un traghetto per Barcellona. Prima che Janna perdesse i sensi, lo scorso 20 gennaio: «Si è inchinata per prendere una cosa in frigorifero e ha detto solo ‘sto svenendo’», racconta il ragazzo in un’intervista a Repubblica, aggiungendo: «L’ambulanza è arrivata 43 minuti dopo il malore, quando non c’era più nulla da fare». Michael sostiene di essersi messo di persona alla guida suonando il clacson, e di aver trovato gli infermieri del 118 a quattro isolati di distanza. Quindici minuti dopo la donna è stata portata al Grassi di Ostia. Lì Douglas viene accolto dai carabinieri: «Mi hanno interrogato per 6 ore con Google Translate — ricorda Douglas —. Non mi hanno mai fatto parlare con un medico o un infermiere per sapere cosa fosse successo. Poi, alle 10.30 di sera, è arrivato il furgone che l’ha portata in obitorio». 

La replica del 118

A rispondere alle accuse è anche la direzione di Ares 118, che in una nota ha precisato: «Non c’è stato nessun problema con la lingua inglese e l’ambulanza è arrivata in 18 minuti dove l’utente aveva riferito di trovarsi ma, all’arrivo sul posto, le equipe sanitarie non hanno trovato nessuno, dal momento che l’uomo aveva deciso autonomamente di spostarsi». La direzione Ares sostiene inoltre che la chiamata è stata avviata con «l’attivazione contestuale del servizio di interpretariato. Il personale di centrale ha dunque risposto alla chiamata dell’utente con l’interprete già in linea». Sul triage telefonico che ha preceduto i soccorsi alla turista tedesca morta a gennaio vicino a Roma è in corso un audit da parte della Direzione Salute della Regione Lazio, i cui risultati verranno resi noti il prima possibile.

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