Orbán: «Condanno l’aggressione all’Ucraina. I russi sanno che noi siamo avversari»

Le parole del premier ungherese a pochi giorni dalla rielezione (e dallo scontro con Zelensky)

«I russi sanno che noi facciamo parte della Nato e che siamo avversari. Noi condanniamo l’aggressione all’Ucraina». Viktor Orbán, dopo la rielezione a premier dell’Ungheria, prova a prendere le distanze, almeno a parole, da Mosca come confermato anche da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato: «Ho parlato con il premier Viktor Orbán dell’Ungheria. Gli alleati della Nato sono uniti nella condanna della brutale guerra della Russia contro una nazione sovrana e indipendente. Siamo pronti per un’azione di lungo periodo, sostenendo l’Ucraina, rafforzando le nostre sanzioni e aumentando la nostra deterrenza e difesa». Il 4 aprile scorso con il 53,1 per cento dei voti Orbán ha vinto per la quarta volta di fila le elezioni in Ungheria. Una vittoria che inizialmente era sembrata una buona notizia per la Russia, visto che Orbán aveva detto di aver vinto anche contro Volodymyr Zelensky che lo accusava di essere troppo vicino a Putin: «Avevamo contro la sinistra in patria, la sinistra internazionale, i burocrati di Bruxelles, l’impero Soros con tutti i suoi soldi, i principali media internazionali e, alla fine, anche il presidente ucraino».


Il colloquio con Putin

Le parole del premier ungherese arrivano dopo un colloquio con Vladimir Putin avvenuto nelle ultime ore: «Ho suggerito al presidente Putin di dichiarare un cessate il fuoco immediato. La sua risposta è stata positiva, ma con delle condizioni». L’incontro è stato confermato anche dal Cremlino. Nella telefonata è stata affrontata anche la questione della strage di Bucha. Putin ha negato la partecipazione dell’esercito russo nell’uccisione dei civili e ha giustificato tutto come «provocazioni rozze e ciniche» organizzate dal governo di Kiev.


Lo scontro con Zelensky

Il 25 marzo Zelensky si era rivolto direttamente a Orbán durante un collegamento con il Consiglio Ue: «Una volta per tutte, devi decidere tu stesso da che parte stare. Sono stato a Budapest, adoro la tua città. Ci sono stato molte volte, è molto bella e ospitale e so che anche tu hai avuto momenti tragici nella tua vita. Ascolta, Viktor, sai cosa sta succedendo a Mariupol. Esiti ancora a imporre sanzioni o a mandarci armi? Non c’è più tempo per le esitazioni. È ora di decidere». Il 15 marzo in un discorso alla nazione, il premier ungherese aveva annunciato la sua linea neutrale: «Non possiamo vincere nulla, ma potremmo perdere tutto. Non invieremo soldati o armi in Ucraina».

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