Cecilia Strada: «Putin è un criminale ma l’alternativa alle armi all’Ucraina c’è: i caschi blu dell’Onu»

L’ex presidente di Emergency: «Perché l’Europa non si è battuta per comporre truppe di interposizione?»

Cecilia Strada, saggista ed ex presidente di Emergency oltre che figlia di Gino, in un’intervista rilasciata oggi a il Fatto Quotidiano parla della guerra in Ucraina e dell’invio di armi da parte dell’Italia, suggerendo una strada alternativa per la pace. «Si parte da un dato alterato e bugiardo: la Russia di Putin ha invaso e dunque a noi non resta che sostenere l’Ucraina nella resistenza armata all’invasore. Chi non arma è disertore», esordisce nel colloquio con Antonello Caporale. «Mi faccia dire prima che per aiutare chi giustamente si difende io devo valutare se ho un’altra opzione oltre all’invio delle armi. E se ce l’ho e mi sembra più produttiva, devo farla mia con convinzione. Cosa fa l’Onu? Cosa sono i caschi blu? L’Onu è un’organizzazione politicamente evanescente? E perché allora non decidere che invece era questo il momento di rivitalizzarla? Perché l’Europa non si è battuta per comporre truppe di interposizione?». Secondo Strada quando si arma una nazione lo si fa nella convinzione che questa possa vincere contro un aggressore. «In questo conflitto l’eventualità è esclusa. E allora perché la sia arma», dice. Infine: «Sono pacifista e disarmista. Ricordo che le armi accumulate da Gheddafi le abbiamo ritrovate in ogni angolo dell’Africa. Mandare armi senza possibilità di governarne il traffico allarga oltre ogni dimensione territoriale la capacità di fuoco». E su Putin: «È chiaro che vorremmo vederlo davanti al tribunale dell’Aia. Ma intanto che ci va cosa facciamo? Entriamo in guerra? Risolviamo con la più terribile delle evidenze la nostra incapacità».


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