Perché il tentativo di Elon Musk di comprare Twitter non sta andando molto bene

L’offerta da 43 miliardi di dollari sembra non convincere la società. E nemmeno i dipendenti. L’uomo più ricco del mondo per adesso rimane ancorato al suo 9,2%

Sembrava un’offerta da non poter rifiutare. 54,20 dollari per azione, quando il prezzo di mercato ora è 45 dollari. Un pacchetto totale di 43 miliardi di dollari per un social network che è rimasto parecchio indietro rispetto ai numeri dei competitori. Circa 217 milioni di utenti attivi almeno una volta al giorno contro il miliardo di utenti collezionati da Facebook e TikTok. Eppure la grande manovra iniziata da Elon Musk per comprare Twitter sembra essersi arenata. Dopo l’offerta avanzata in via ufficiale il 14 aprile, le società si è guardata bene dall’accettare i soldi dell’uomo più ricco del mondo a braccia aperte. Anzi. La prima reazione concreta è stata quella di avviare la strategia finanziaria nota come “pillola avvelenata“, un sistema che aumenta e rende più costose le azioni da acquistare per proseguire la scalata finanziaria a una società.


La reazione dei dipendenti

Questa strategia per congelare le mosse di Musk non è stata però l’unica reazione di Twitter. Il social network si basa sul lavoro di circa 7.500 dipendenti abituati alla guida di Jack Dorsey. Tra i fondatori di Twitter, Dorsey si è distinto per una leadership che era l’esatto opposto di quella di Musk. È sempre stato meno appariscente, è stato tra i primi a cominciare rimuovere gli account dediti all’hate speech (compreso quello di Donald Trump) e soprattutto ha promosso una cultura del lavoro più rilassata della media della Silicon Valley. I dipendenti di Twitter quindi hanno fatto trapelare da diverse fonti che l’arrivo di Musk non sarebbe ben accetto in azienda.


Pesano le accuse di comportamenti discriminatori che riguardano diversi stabilimenti di Tesla. Pesa la preoccupazione per l’arrivo di una guida che sarebbe unica e autoritaria. E pesano anche i tweet più volgari pubblicati da Musk, da quello in cui propone di cambiare nome alla società con in Titter (gioco di parole volgarotto) a quelli in cui prende in giro l’uso dei pronomi o l’attenzione alle minoranze: «Netflix aspetta che la guerra sia finita per fare un film su un ragazzo ucraino di colore che si innamora di un soldato russo transgender». Il Washington Post ha raccolto diversi commenti dei dipendenti di Twitter sulla possibilità dell’arrivo di Musk:

«Sappiamo che ha causato danni ai lavoratori, alla comunità trans, alle donne e ad altri con meno potere nel mondo.Come faremo a conciliare questa decisione con i nostri valori? L’innovazione ha la meglio sull’umanità?»

I soldi (che non ci sono)

Secondo un’analisi pubblicata da Bloomberg, in questo momento la liquidità di Musk arriverebbe a 3 miliardi di dollari. Una cifra ben lontana da quei 43 miliardi di dollari necessari per l’acquisizione. La maggior parte della ricchezza dell’imprenditore deriva dalle sue aziende ed è per questo che in certi periodi è molto fluttuante. Nel marzo del 2021 ad esempio aveva perso 27 miliardi di dollari in una settimana dopo un aggiustamento in Borsa del prezzo delle azioni di Tesla. Musk potrebbe recuperare i soldi necessari all’acquisizione di Twitter in vari modi, dalla vendita di azioni Tesla a un prestito bancario che ha come garanzia proprio le sue aziende. In entrambi i casi si tratta però di opzioni rischiose.

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