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Mariupol, Putin ferma l’assalto ad Azovstal. Kadyrov: «La città è nostra»

21 Aprile 2022 - 22:21 Redazione
Il presidente russo ha cambiato strategia sull'acciaieria, chiedendo ai suoi di isolare l'area. Il Cremlino: «I militari potranno andarsene con i corridoi»

L’agenzia di stampa Tass ha fatto sapere che il presidente della Russia Vladimir Putin ha annullato l’operazione d’assalto all’acciaieria di Azovstal a Mariupol, indicando la necessità di salvare le vite delle truppe. Interfax aggiunge che Putin ha garantito ai soldati che si arrenderanno la vita risparmiata. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, i militari ucraini potranno deporre le armi e lasciare Mariupol attraverso i corridoi umanitari. In seguito alle dichiarazioni, la situazione all’acciaieria Azovstal è precipitata, e adesso sarebbe «vicina a una catastrofe»: è quanto ha dichiarato alla Cnn Yuriy Ryzhenkov, il ceo della compagnia che possiede l’impianto. Ha spiegato che all’inizio della guerra avevano «immagazzinato una buona scorta di cibo e acqua nei rifugi antiaerei e nelle strutture dell’impianto», ma che adesso quelle riserve stanno per esaurirsi. Ha aggiunto infine che è stata istituita una linea diretta per i dipendenti dell’acciaieria: fino ad ora sono riusciti a entrare in contatto con 4.500 di loro, mentre 6.000 dipendenti mancano all’appello.

«I soldati hanno avuto e hanno ancora la possibilità di deporre le armi e lasciare la città attraverso i corridoi designati», ha detto Peskov in conferenza stampa commentando la proposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che le truppe russe catturate siano scambiate con la fornitura di un passaggio umanitario sicuro per i militari ucraini. «Questa possibilità esisteva anche prima che il presidente Zelensky facesse la sua dichiarazione», ha detto.

La nuova strategia per l’acciaieria

Intanto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu nel corso di un incontro con lo Zar ha detto che serviranno ancora tre o quattro giorni per prendere l’acciaieria. Smentendo così il leader ceceno Kadyrov, che aveva previsto la caduta della fabbrica entro oggi pomeriggio. Secondo quanto raccontano le fonti russe Putin ha definito inopportuno l’assalto alla zona industriale dell’acciaieria di Azovstal a Mariupol e ha ordinato di annullarlo: «Questo è il caso in cui dobbiamo pensare (cioè dobbiamo sempre pensarci, ma ancora di più in questo caso) a preservare la vita dei nostri soldati e ufficiali. Non c’è bisogno di arrampicarsi in questa catacomba e strisciare sottoterra lungo queste strutture industriali».

Il presidente ha però chiesto di isolare l’area «in modo che non possa uscire nemmeno una mosca». In ogni caso, per Putin, la presa della città è stata «un successo», secondo quanto riferisce la Tass. Shoigu ha anche detto che i corridoi assicurati ai civili nell’acciaieria non sono stati utilizzati: «Negli ultimi due giorni, abbiamo seguito i suoi ordini e dichiarato una tregua tra le 14 e le 16, tutte le ostilità sono cessate e sono stati aperti corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili che potevano essere presenti sul terreno di Azovstal. Nessuno è uscito da Azovstal. Altri civili, più di 100 persone, sono riusciti a partire».

In serata il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha annunciato: «Mariupol è nostra. La città è stata presa definitivamente e completamente. L’edificio amministrativo strategicamente importante dello stabilimento Azovstal è sotto controllo e tutto il territorio adiacente è stato sgomberato».

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