Gas, Eni dopo le polemiche: «Non abbiamo aperto conti in rubli, rispetteremo le sanzioni»

Secondo Bloomberg, 10 compagnie avrebbero aperto un conto presso Gazprombank per convertire i pagamenti in valuta russa

Eni non pagherà il gas russo in rubli. Lo ha fatto sapere il chief financial officer della compagnia Francesco Gattei, dopo che nella giornata di ieri erano circolate indiscrezioni secondo cui la compagnia sarebbe pronta ad aprire un conto in rubli per pagare gli approvvigionamenti di Gazprom. «La valuta del contratto e la fattura sarà in euro e non abbiamo aperto un conto in rubli» ha detto Gattei, che ha anche spiegato che Eni «sta analizzando la situazione in stretto coordinamento con le autorità europee e il governo» e che il gas verrà pagato «nel rigoroso rispetto delle condizioni contrattuali e delle sanzioni internazionali».


La proposta di Gazprom: un conto in euro e uno in rubli per aggirare le sanzioni

Bloomberg, citando fonti russe, aveva evidenziato l’altro ieri che quattro paesi europei avrebbero già effettuato pagamenti in rubli alla Russia e che ben 10 compagnie avrebbero aperto un conto presso Gazprombank per convertire i pagamenti in euro in valuta russa. Con questo stratagemma, proposto da Gazprom, sarebbe possibile acquistare il gas rispettando i contratti, dato che i pagamenti avverrebbero formalmente in euro, ma anche la richiesta di Vladimir Putin di pagare in rubli, evitando lo spettro di un blocco delle forniture come quello attivato nei confronti di Polonia e Bulgaria. L’Ue però, ha fatto sapere che tale sistema violerebbe le sanzioni, e ha intimato agli Stati membri di non adottarlo. «Piegarsi ai dettami del Cremlino», ha dichiarato ieri il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer, «significa violare le sanzioni».


Queste non vengono infrante da pagamenti in euro, ma – ha aggiunto Mamer – «non possiamo accettare che (le compagnie) siano costrette ad aprire un secondo conto in rubli e che il pagamento sia considerato completato soltanto quando è stato convertito in rubli». Tale sistema porterebbe rubli nelle casse della Banca Centrale Russa, che è esattamente quello che le sanzioni mirano ad impedire. Dello stesso avviso anche il Commissario Europei per gli Affari Economici e Monetari Paolo Gentiloni: «Qualcuno sta cercando di dividerci in queste ore e dobbiamo reagire come una cosa sola». I prossimi pagamenti sono previsti per la metà del mese di maggio. Si vedrà allora chi l’avrà spuntata.

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