Conte contro Draghi: «Un ricatto sull’inceneritore a Roma. Le armi? Faremo pesare la nostra forza politica»

Il leader M5s: vogliono umiliarci ma non faremo passi indietro

Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte si arrabbia per il Decreto Aiuti. Nel mirino c’è la norma che dà la possibilità di realizzare un termovalorizzatore a Roma, come annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Gualtieri. E nell’intervista rilasciata ad Annalisa Cuzzocrea per La Stampa l’ex Avvocato del Popolo spiega perché: «Vogliono il braccio di ferro e vogliono umiliarci, ma sulla questione ambientale non possiamo permetterci passi indietro». L’inceneritore «non c’entra nulla, non ha a che fare con i fondi stanziati contro il caro bollette e il caro vita. E non è stata accettata la proposta del M5S che chiedeva che i nuovi impianti fossero ecosostenibili».


Le armi all’Ucraina e il M5s

Sul decreto Aiuti, spiega Conte, «a questo punto non possiamo che astenerci. Si sta consumando un ricatto bell’e buono. Abbiamo chiesto di riformulare la norma, di stralciarla e inserirla in un decreto a parte. Niente da fare, non vogliono sentire ragioni, ci vogliono costringere ad accettare gli inceneritori». Il leader precisa che il M5s è favorevole ai poteri straordinari per il sindaco della Capitale, ma non per creare impianti a tecnologia obsoleta: «Noi siamo disponibili a concedere pieni poteri per autorizzare nuovi impianti in base alle nuove tecnologie ecosostenibili, non a rimettere indietro le lancette della storia. Qui si vuole fare come per l’energia: ci sono 200 gigawatt di richieste di autorizzazioni per impianti a fonti rinnovabili prigioniere nei cassetti della burocrazia. Equivalgono a più di tre volte la potenza delle centrali a gas e a carbone attualmente operative in Italia. È su questo che dobbiamo puntare, non sulla riaccensione delle centrali a carbone».


Infine, una precisazione sulle armi all’Ucraina e sul nuovo decreto del governo Draghi: «Ho già detto che siamo contrari ad armi sempre più pesanti e letali e in particolare all’invio di carri armati. L’Italia, in linea con la sua vocazione tradizionale, dovrebbe piuttosto essere in prima linea per mettere a servizio della comunità internazionale tutta la sua capacità di dialogo». Quindi potreste opporvi? «L’ho detto. Faremo pesare la nostra forza politica».

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