Bonus 200 euro: risolto il nodo colf, la famiglia non verserà l’assegno

I 200 euro andranno anche ai percettori di reddito di cittadinanza. Requisito, per tutti, restano i 35 mila euro annui di reddito

Il bonus 200 euro – destinato a lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati per far fronte ai recenti e ormai insostenibili rincari soprattutto su bollette di gas e luce – non graverà sulle famiglie che hanno assunto colf e badanti. Si tratta, dunque, di datori di lavoro “particolari” visto che, a differenza degli altri, non agiscono come sostituti d’imposta prelevando ogni mese l’Irpef dovuta. Insomma, chiedere alle famiglie di anticipare i 200 euro sarebbe stato troppo complicato, secondo il governo Draghi. La soluzione prospettata finora potrebbe essere quella di consentire alle famiglie di fare una richiesta all’Inps simile a quella prevista per l’erogazione del bonus Covid nel 2020. Il provvedimento sul bonus è atteso in Gazzetta ufficiale a giorni. I 200 euro andranno anche ai percettori di reddito di cittadinanza: prima, però, l’Inps farà opportuni controlli. Il motivo? Il bonus non verrà accreditato a chi è titolare di pensione, e dunque riceve già i 200 euro, e ai nuclei che hanno un lavoratore a basso reddito che, di fatto, riceverà i soldi direttamente dal datore di lavoro.


Bonus 200 euro, quando verrà erogato

Non ci sarà alcun problema, invece, per pensionati e per tutti gli altri lavoratori dipendenti. Nel primo caso se ne occuperà l’ente previdenziale, nella stragrande maggioranza l’Inps, che riconoscerà la somma aggiuntiva con la rata in pagamento a inizio luglio. Per i dipendenti, invece, i 200 euro arriveranno direttamente dal datore di lavoro che potrà, in tempi brevissimi, compensarli. Le retribuzioni interessate dovrebbero essere quelle di giugno, come scrive oggi 9 maggio Luca Cifoni per Il Messaggero. Non è ancora chiaro, invece, il meccanismo per i lavoratori autonomi: per loro è stato previsto un fondo ad hoc. La somma potrebbe essere attribuita nell’ambito dei versamenti Iva mensili. Ma è un’ipotesi. Ad ogni modo resta il requisito, per tutti, dei 35 mila euro di reddito annui, calcolati al netto del reddito della casa di abitazione e delle prestazioni assistenziali. Saranno in oltre 30 milioni a ricevere l’aiuto. La copertura finanziaria? Dovrebbero essere sufficienti gli oltre 6 miliardi di euro derivanti dal potenziamento del prelievo sugli extra profitti.


Foto in copertina di repertorio

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