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Stop Ue al petrolio russo, von der Leyen ottimista dopo la cena con Orban. Ma l’Ungheria non si smuove: «Sanzioni solo senza rischi per la sicurezza»

Il faccia a faccia nel monastero carmelitano tra la presidente della Commissione Ue e il presidente ungherese non sembra aver cambiato la posizione di Budapest, scettica sull'embargo al petrolio russo

L’ottimismo della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sul prossimo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia deve fare i conti con la posizione del governo ungherese, che sul possibile embargo Ue al petrolio russo non avrebbe cambiato ancora la sua posizione. Neanche dopo la cena di lavoro che von der Leyen ha tenuto in un monastero carmelitano in Ungheria proprio con il presidente Viktor Orban. Dopo il faccia a faccia, la presidente della Commissione Ue aveva scritto su Twitter che erano stati «fatti progressi ma è necessario un supplemento di lavoro». Sul tavolo c’è ancora la questione della «sicurezza energetica», che Budapest continua ad agitare davanti alla prospettiva delle nuove sanzioni. È stato infatti un portavoce del governo di Orban a diffondere una nota che non appare granché diversa dalla posizione già espressa da Budapest pochi giorni fa. Secondo il comunicato, l’Ungheria potrà sostenere solo una proposta che «non mette a rischio l’economia e la sicurezza energetica».

Von der Leyen ha comunque definito la discussione con Orban «utile», almeno per mettere in chiaro una serie di problemi legati alle sanzioni e, appunto, alla sicurezza energetica che secondo l’Ungheria sarebbe in pericolo senza gas e petrolio russo. La partita quindi resta ancora aperta, con la presidente della Commissione Ue che si è impegnata a convocare «una videocall con gli attori regionali», quindi anche Repubblica Ceca e Bulgaria, che si sono già detti contrari all’embargo del petrolio russo «per rafforzare la cooperazione regionale sulle infrastrutture petrolifere».

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