Arriverà più tardi del previsto la decisione del Consiglio Ue sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia presentato dalla Commissione europea. La riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 Paesi membri (Coreper) è terminata senza un’intesa sulla proposta, anche a causa del poco tempo a disposizione per approfondirne i contenuti. Il documento era stato trasmesso solo alla mezzanotte di ieri. Il Coreper potrebbe tornare a riunirsi già domani, 5 maggio. Alcuni problemi erano emersi già nei giorni scorsi, quando l’Ungheria e la Slovacchia avevano chiesto una deroga per l’embargo dal petrolio. Deroga che era stata approvata dalla Commissione europea, e che ora era in corso di analisi da parte del Consiglio. Durante la discussione del Coreper, sarebbero però arrivate anche le richieste della Repubblica Ceca e della Bulgaria, che avrebbero chiesto maggiori garanzie per quanto riguarda il periodo transitorio per l’applicazione delle sanzioni sul petrolio. «La Bulgaria può fare a meno del petrolio russo, ma ciò aumenterebbe notevolmente il costo dei carburanti nel Paese», ha detto il ministro delle Finanze bulgaro Assen Vassilev. «Se la Commissione europea consente eccezioni dell’embargo petrolifero, anche la Bulgaria eserciterà il diritto di chiederle».
La reazione di Kiev
Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha commentato lo stallo in un videomessaggio. «I Paesi dell’Ue che continueranno ad opporsi all’embargo sul petrolio russo – ha detto – sono complici dei crimini commessi dalla Russia in territorio ucraino».
Cosa prevedono le nuove sanzioni Ue contro la Russia
Oltre all’embargo totale ma progressivo all’import di petrolio dalla Russia, Bruxelles ha spiegato di aver inserito nella lista dei sanzionati militari anche «alti ufficiali militari e altre persone che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili dell’assedio disumano della città di Mariupol». L’ultima sanzione annunciata è l’esclusione della russa Sberbank, la più grande banca della Russia, dal sistema Swift.
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